A questo punto la terza domanda viene spontanea: si deve creare un registro delle coppie di fatto omoaffettive ? E, perché no, anche un generico registro delle coppie di fatto (etero e omo)? Forse ci vogliamo sostituire allo stato: siccome lo stato non lo fa, lo facciamo noi chiesa? Se è così dobbiamo ripensare alla nostra dottrina sul rapporto tra stato e chiesa. Io – però – personalmente rimango un laico convinto: la manifestazione religiosa è un fatto di coscienza, lo stato non ha una coscienza, dunque lo stato non può avere una religione di stato e né può ascoltare lezioni di «umana saggezza» da una religione: né quando sono finalizzate alla conservazione né quando sono finalizzate al rinnovamento di una parte dell’ordinamento giuridico. Dare lezione di laicità allo stato, come istituzione chiesa, è – a mio giudizio – assai pericoloso. Vuol dire che in tal modo consideriamo legittime tutte le lezioni di laicità che altre confessioni (chiesa cattolica) pretendono di impartire allo stato.
Vorrei precisare, inoltre, che esprimere un dissenso – magari con parole molto forti – non vuole dire totale dissociazione: si esprime un pensiero di protesta, con impeto che – di primo acchito – potrebbe far pensare ad un atteggiamento di rottura, ma invece vuole essere un richiamo, un segnale, una richiesta di attenzione da parte di una minoranza, che ha tutto il diritto d’esistere. Capisco anche che il semplicismo non è solo dei giornali, ma è palese che a molte domande poste non sono state date delle ragionevoli risposte. Anzi, si è tentato di scindere la disciplina ecclesiastica dalla teologia e viceversa. Io sono pronto ad ascoltare le argomentazioni dei più, ma vorrei sapere quali sono. Aspettate però: non vorrei ascoltare l’ennesima tiritera sulla questione dell’ omosessualità e delle varie interpretazioni bibliche; ribadisco che l’accoglienza delle persone o delle coppie omosessuali non è messa in discussione, ma vorrei ascoltare con profonda attenzione le argomentazioni sulle “benedizioni delle coppie di fatto omoaffettive”. E vorrei ascoltare anche – per avere le idee più chiare – le risposte alle mie obiezioni.
In conclusione vorrei fare una considerazione sull’ultima parte dell’OdG, che demanda alle chiese locali un’autorità che non gli appartiene, in quanto chiese inquadrate in un ordinamento di stampo presbiteriano. C’è il rischio di stilare una lista delle chiese che fanno tali benedizioni e chiese che non lo fanno e la conseguente emigrazione di omosessuali da una chiesa all’altra: quelli di IV Novembre verso Piazza Cavour, da Pordenone a Milano, da Cosenza a Messina, e via dicendo. Poi il Sinodo deve esprimersi per tutta la chiesa, e non solo per una parte: un documento normativo, per dirsi tale, deve essere astratto, generale, positivo e bilaterale, cioè, che vale per tutti e non per una parte. La chiesa Valdese è, appunto, una chiesa con un regime presbiteriano. Vorrei consigliare una lettura molto utile alla nostra discussione: Gianni Long, Ordinamenti giuridici delle chiese protestanti, il Mulino, Bologna 2008.
Pertanto vorrei chiedere agli organi esecutivi una maggiore chiarezza sull’OdG, in sostanza di chiarire fin da subito tutte le cose lasciate in sospeso.
Chiudo esprimendo, innanzi tutto, le mie più sentite scuse ai miei interlocutori se sono stato semplicista e superficiale e se ho affrontato la questione con poca acutezza e profondità, e chiedo scusa se la mia “perentorietà sfocia nella calunnia (autolesionistica, visto che di questa chiesa tutti facciamo parte).”Sono cosciente che “polemiche aggressive e ma non poco fraterne possono essere, per la comunione ecclesiale, più pericolose di opinioni teologiche improvvide o espresse in modo approssimativo”, come quelle dette da Alessandro Esposito. Vuol dire che mi riserverò il diritto di farlo in un prossimo futuro, ma dopo aver ascoltato le dovute obiezioni.
In attesa di eventuali evoluzioni della vicenda, porgo fraternamente i più caldi saluti in Cristo Gesù, nostro salvatore.
Studente di Teologia e membro di chiesa che ha chiesto di restare anonimo
LO STUDENTE HA INVIATO QUESTA BELLA LETTERA ANCHE ARIFORMA, MA NON È STATA PUBBLICATA |
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