Confessione di Fede e Attualità: Articolo 5

Cosa dice la Confessione di Fede della Chiesa Valdese, cosa professa la Chiesa oggi

Continua la nostra analisi del documento che esprime la fede e la dottrina della Chiesa Valdese. Articolo 5: Dio Creatore? Sì, ma in senso scientifico no… anche se la scienza non spiega

Noi crediamo

Articolo 5 – Creazione 

Ch’Iddio ha fatto tutte le cose di nulla, colla sua voluntà del tutto libera, e colla potenza infinita della sua parola.

 

PROVE

Genesi 1:1 : Nel principio Iddio creò il cielo e la terra”.

Esodo 20:11 : “Perciocché in sei giorni il Signore fece il cielo e la terra, e il mare, e tutto ciò ch’è in essi, e si riposò al settimo giorno; perciò, il Signore ha benedetto il giorno del riposo e l’ha santificato.

Salmo 33:6 : “I cieli sono stati fatti per la parola del Signore, E tutto il loro esercito per lo soffio della sua bocca”.

Ebrei 11:3 : “Per fede intendiamo che i secoli sono stati composti per la parola di Dio; sì che le cose che si vedono non sono state fatte di cose apparenti”.

Colossesi 1:16 : “Poiché in lui [, Cristo,] sono state create tutte le cose, quelle che son ne’ cieli, e quelle che son sopra la terra; le cose visibili e le invisibili; e troni, e signorie, e principati, e podestà; tutte le cose sono state create per lui, e per cagione di lui.

ATTUALITÀ

“Non sappiamo se credere che Dio ci abbia creati”, hanno scritto nel 2011 i catecumeni di una delle più grandi comunità valdesi in un documento che, paradossalmente, doveva costituire la “confessione di fede” in base alla quale hanno chiesto, e ottenuto, di diventare membri di chiesa. Accanto a questo dubbio, vi erano invece altre certezze, come “Non crediamo nei miracoli”.

È difficile capire la logica per la quale i miracoli non esisterebbero, ma si lascia a Dio – sia pure in forma dubitativa – la possibilità di averci creati, cosa assai più grande e scientificamente inspiegabile della guarigione di un paralitico o della moltiplicazione dei pani. Ma la logica è drammaticamente assente da tutta quella operazione. Che senso ha chiedere di diventare membri di una chiesa che ha una ben precisa confessione di fede, presentandone un’altra in feroce contrasto con essa ? E che logica c’è nell’averli ammessi come membri di chiesa ?

Eppure ci sentiamo di difendere quella decina di ragazzi e ragazze di 16-17 anni. Perché dovrebbero aderire alla Confessione di Fede della Chiesa Valdese, della quale – quasi certamente – nessuno ha mai loro parlato? Perché dovrebbero condividerla loro, quando tanti pastori, che l’hanno solennemente sottoscritta al momento della consacrazione, se ne infischiano, e qualcuno lo dice esplicitamente?

Quanto a credere che Dio abbia creato noi e il mondo, basta vedere la fede incrollabile che organi della Chiesa professano… nei dogmi darwiniani! Persino la teoria del “disegno intelligente” non è neppure presa in considerazione (Notiziario NEV 9 aprile 2008), anzi, viene definita come un “concetto sviluppato dai più fervidi tra i ‘creazionisti’… bollato come pseudoscientifico”. Insomma, poiché il dissenso non basta,  ci vuole anche la mistificazione. In realtà, la teoria del disegno intelligente non ha nulla a che fare con il creazionismo, secondo il quale – in sostanza – il racconto della Genesi è da prendersi alla lettera o quasi: i suoi sostenitori partono da esso per spiegare fenomeni naturali. Vi sono invece scienziati i quali osservano che in presenza di fenomeni complessi, che manifestano precise regolarità e specificazioni non spiegabili con leggi naturali, la spiegazione più ragionevole non è che le regolarità siano dovute al caso, ma a una forma di programmazione, ovvero a un disegno intelligente. Ovviamente, un credente penserà a un disegno di Dio, del Dio della Bibbia, ma tra i sostenitori del disegno intelligente vi sono anche atei.

Se vediamo in un giardino delle piante fiorite che formano la scritta “Benvenuti a Gardaland”, per quanto le piante siano naturali e ciascuna possa trovarsi in una collocazione che, presa singolarmente, potrebbe essere dovuta al caso, è ragionevole pensare che l’insieme sia stato disposto intenzionalmente.

Quanto alla creazione dell’uomo e della donna, e delle altre specie, i darwiniani ritengono che l’evoluzione delle specie attraverso la selezione degli individui più adatti avvenga sulla base di singole mutazioni del tutto casuali e che attraverso questo meccanismo si siano determinate le specie attuali, tutte discendenti da una sola. Dunque, nessuna “immagine e somiglianza”. Ma se fosse così, alcuni osservano, ci dovrebbe essere in natura una varietà tendenzialmente infinita di specie o sottospecie o variazioni. Tra l’uomo e la scimmia, ad esempio, ci dovrebbe essere come un continuum, (l’uomo, l’uomo un po’ scimmia, l’uomo-scimmia, la scimmia un po’ uomo, la scimmia, con tutto quello che c’è in mezzo) non una separazione netta, e così fra tutte le altre specie. Questa idea, tra l’altro, piaceva molto agli ideologi del razzismo, i quali vedevano a un estremo la “razza” ariana e all’altro il babbuino, con in mezzo le altre “razze” umane e poi scimmie apparentemente più simili alla nostra specie come il gorilla, lo scimpanzé e l’orangutan. Ma la realtà scientifica è che tutte le varietà umane hanno gli stessi cromosomi (dunque non sono “razze”), diversi da quelli di tutte le scimmie. Tra l’altro gli studiosi di genetica tendono a ritenere che tutti gli esseri umani discendano da una singola coppia (guarda caso come dice Genesi!). Anche l’eugenetica, base delle dottrine naziste della “razza superiore”, dello sterminio degli Ebrei e di altri atti meno gravi e ancor meno noti, a danno dei disabili o deformi, trova il suo fondamento nelle teorie di Darwin. Lui stesso, nel quinto capitolo del suo The descent of man, metteva in guardia dalle conseguenze del crescente supporto medico e sociale garantito agli esseri umani “inferiori” (“Così, gli individui deboli delle società civilizzate propagano la loro stirpe. Nessuno che si sia occupato della riproduzione di animali domestici dubita che questo sia altamente dannoso alla razza umana. È sorprendente quanto rapidamente la mancanza di attenzione o un’attenzione mal diretta porti alla degenerazione di una razza domestica; ma, a parte il caso dell’uomo, difficilmente qualcuno è così ignorante da consentire ai suoi peggiori animali di riprodursi”).

Inoltre, come, per variazioni casuali, avrebbe potuto generarsi l’occhio, il quale, mancando una sola delle sue numerose parti, è perfettamente inutile? Si dovrebbero trovare degli organismi, almeno tra i fossili, con abbozzi di occhi non funzionanti, cosa che non accade; si dovrebbe immaginare che per migliaia di generazioni siano sopravvissuti individui con “occhi parziali”, ingombranti e inutili, fino ad arrivare a un occhio funzionante, sfidando però la teoria, peraltro non solo darwiniana e osservabile in natura, della sopravvivenza del più adatto. Più in generale, il tempo passato dalla comparsa della vita sulla terra appare incompatibile con una evoluzione casuale da un organismo unicellulare a ciascuna delle specie, estinte o tutt’oggi viventi. Del resto, dal XIX secolo si sono osservate in laboratorio migliaia di generazioni di batteri, ma mai è stata vista nascere una nuova specie.

Inoltre, come si può spiegare con la casualità la complessa e regolare struttura del DNA, anche in organismi unicellulari, che – nell’ottica darwiniana – dovrebbero essere quelli nati per primi, una struttura dove la stragrande maggioranza delle variazioni immaginabili la farebbe crollare ? E che dire della struttura degli atomi, dove variazioni anche di un milionesimo delle loro forze interne farebbero crollare l’intero universo? Ci sono più probabilità che una scimmia picchiando a caso su una tastiera scriva senza errori un sonetto di Dante che le forze presenti all’interno dell’atomo si attestino casualmente sui valori che hanno reso possibile l’esistenza dell’universo. E in più c’è il fenomeno della vita, anch’esso mai spiegato. I razionalisti che si degnano di rispondere a questo argomento dicono che ciò si può spiegare con il fatto che il nostro universo è solo uno fra infiniti, o quasi, universi. Che questa bizzarra teoria sia più razionale di quella che ipotizza una forma di mente, di intelligenza superiore come creatore di “questo” universo, è assai discutibile. Nessuno ha mai visto traccia di questi altri universi, mentre milioni di uomini e donne affermano di trovarne ogni giorno del Dio creatore! È insomma una teoria scientifica basta su un atto di fede! Ma siccome è fede nella “non esistenza” di un disegno intelligente, è una teoria considerata accettabile dai razionalisti.

Eppure l’agenzia di informazione delle chiese evangeliche storiche non ha dubbi: la teoria del disegno intelligente è pseudoscientifica, cioè scientificamente falsa. Il teologo Paolo Ricca, sul sito ufficiale della Chiesa Valdese, nell’articolo “Creati da Dio? Sì ma in che senso? Oppure no?” dà la teoria di Darwin per dimostrata, pur sottolineando che “se… con questo termine [evoluzionismo] s’intende negare qualsiasi intenzione o direzione di tutto ciò che esiste, e affermare che tutto è frutto del «caso e della necessità», allora non sono evoluzionista”. In termini simili si è espressa la moderatora, pastora Maria Bonafede. Essi dunque confermano l’articolo 5 della Confessione di Fede, e ciò rallegra.

Tuttavia, rimane un problema non da poco, che interroga non certo solo la NEV, ma tutti noi credenti. La separazione tra fede e altri aspetti della vita umana, come la vita politica (salvo poi entrarci a piedi giunti) o la scienza, è uno strumento utile sotto certi aspetti, ma non privo di pericoli. Così come occorre guardarsi dall’integralismo che tanti danni ha fatto e molti ancora ne fa (pensiamo alla legge coranica imposta in molti paesi), occorre anche guardarsi dall’atteggiamento opposto: considerare Dio come confinato in un mondo a parte tutto suo, ovvero rinchiuderlo, quando invece sappiamo che Gesù è venuto per salvare il Mondo. Il rischio è quello di avere una concezione del cristianesimo simile a quello di Don Rodrigo che, al buon frate che lo esorta a rendere giustizia a dei poverelli sui quali Dio ha sempre gli occhi, replica sarcastico: “Sa lei… che, quando mi viene lo schiribizzo di sentire una predica, so benissimo andare in chiesa, come fanno gli altri? Ma in casa mia! Oh! – e continuò, con un sorriso forzato di scherno: – lei mi tratta da più di quel che sono. Il predicatore in casa! Non l’hanno che i principi.”

Il rischio, insomma, è quello di dimenticare la realtà di Dio. Sì, Dio c’è, ci ama ecc. ecc., ma se ne sta chiuso nel proprio recinto finché non decidiamo di dedicargli qualche attenzione, prima di ritornarcene nel “mondo reale”. Quando si tratta di capire la realtà della natura bisogna dimenticarlo perché la Bibbia non è un libro scientifico, quando si affrontano questioni etiche bisogna dimenticarlo in omaggio alla laicità, quando ci si occupa del popolo d’Israele bisogna dimenticarlo perché la Bibbia non è una manuale di diritto internazionale… Ecco le conseguenze, invero logiche, del modo sempre più “laico”, o piuttosto sprezzante, di rapportarsi alla Bibbia. Anziché “scatenare la Parola”, come si adoperò di fare Lutero, incatenarla, relegarla, indebolirla, attraverso la”interpretazione” e il vitello d’oro della “laicità”.

Insomma, il concetto di Dio creatore è, come minimo, molto indebolito, circoscritto. Le cause degli eventi naturali devono per forza essere naturali, anche quando ciò non è dimostrato né spiegabile. Si concede però che il processo, del tutto naturale e concettualmente in grado di spiegarsi da sé, possa essere stato conforme alla volontà di Dio. C’è come un’ansia di poter dare ragione agli ateisti su tutta la linea, salvo dire: ma oltre a tutto quello che dite voi, io credo che Dio esista. Cosa che mette il credente in un piano di sudditanza e rafforza l’ateo nei suoi dogmi.

Insomma, la creazione divina è considerata “un mito” dai nostri “teologi”. E, cioè, secondo il loro concetto di mito, una sorta di raccontino edificante, del tutto inventato. Dio opera ogni giorno nelle nostre vite, ma bisogna aprire il proprio cuore per vederlo. Negare la sua azione in tutti gli altri ambiti non aiuta di certo.

Sia lodato Iddio per la meraviglia del Creato e per averci dato la vita, e la via della salvezza!

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