Come accogliamo gli ambasciatori del Re? (Matteo 10:40-42) – Culto di domenica 28 giugno 2020

Immaginate che cosa potrebbe significare ricevere gli ambasciatori di un potente Re o Presidente con pernacchie e calci nel sedere. Oppure, se non proprio così, ignorandoli e nemmeno presentarci all’udienza… Che accadrebbe? Dio, il Re dell’universo ha costituito i profeti e gli apostoli che ci parlano attraverso l’intera Bibbia come suoi autorevoli portavoce. Come li accogliamo? Ce ne parla Gesù stesso nel testo biblico che consideriamo quest’oggi: Matteo 10:40-42.

Il testo del vangelo di quest’oggi si compone di pochi versetti posti al termine del capitolo 10 di Matteo. Si tratta del capitolo dove Gesù invia i suoi dodici apostoli in missione. Troviamo dapprima, esplicitati, i nomi dei 12, e poi, fino al versetto 15, Gesù dà loro istruzioni su come devono comportarsi nell’ambito della loro missione. Poi li avverte che il loro compito non sarà tuttavia facile perché pure incontreranno parecchia resistenza e ostilità. A causa di Cristo, che servono, essi saranno persino perseguitati, avversati, proprio come lo è stato il Cristo stesso, il loro maestro e Signore. Non devono, però, avere paura nel proclamare apertamente l’Evangelo. Esso sarà sicuramente ricevuto là dove è destinato ad essere ricevuto, porterà frutto abbondante ed alla fine trionferà su ogni opposizione. Per questo dovranno e potranno dedicarsi ad esso completamente e con fiducia come onorati ambasciatori del Re dell’universo e dell’unigenito suo Figlio. Essi, gli apostoli, testimoni oculari del Cristo, sono resi così i suoi “portavoce ufficiali”. Ecco il senso ultimo delle parole di Gesù che concludono il capitolo 10 di Matteo. Leggiamole:

“Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato. Chi riceve un profeta nel nome di un profeta, riceverà un premio da profeta; e chi riceve un giusto nel nome di un giusto, riceverà un premio da giusto. E chiunque darà da bere anche un solo bicchiere d’acqua fredda a uno di questi piccoli nel nome di un discepolo, in verità vi dico, che egli non perderà affatto il suo premio” (Matteo 10:40-42).

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