Ci ricordiamo di loro con riconoscenza (Apocalisse 7:9-17) – Culto di domenica 1° novembre 2020

Domenica 1 Novembre 2020 – Letture bibliche:Salmo 34;  Apocalisse 7:9-17; 1 Giovanni 3:1-3; Matteo 5:1-12

La tendenza di molti oggi è di vivere solo per il presente e magari guardare con apprensione il futuro. Ci dimentichiamo, però, troppo spesso di chi ci ha preceduto ed ignoriamo le sue vicende. Esse, però, potrebbero esserci di utile insegnamento. Anche tanti cristiani vivono come se fossero la prima generazione di cristiani e conoscono poco o nulla di chi li ha preceduto. Non conosciamo le loro vicende e spesso le sofferenze che li hanno caratterizzati. Per questo è importante la “Giornata della memoria”, chiamata anche Ognissanti. Ci informiamo quindi su di loro, li ricordiamo e, soprattutto li imitiamo! Essi fanno ora parte della grande folla di credenti già alla presenza di Dio e che all’evangelista Giovanni era stata concessa una visione. Sarà questo il testo biblico sul quale ci concentreremo oggi.

Dopo un po’ di tempo, più o meno lungo, escono dalla nostra consapevolezza, scompaiono dalla nostra mente. Sono coloro che sono morti da tanti anni. I più stretti nostri famigliari certo li rammentiamo e talvolta sogniamo di loro. Non possiamo, però, sempre pensarci! Diciamo: la nostra vita deve continuare. Visitiamo cimiteri o sfogliamo un album di vecchie foto, ma la memoria delle passate generazioni della nostra famiglia scompare, a meno che non vi si trovi qualche personaggio famoso che ha dato qualche contributo importante alla società – e quello viene ricordato e celebrato.

Noi apparteniamo alla grande famiglia dei cristiani, la cui storia e ascendenza è diffusa nei molti secoli passati sin dalla morte e risurrezione del Signore e Salvatore Gesù Cristo. Dovremmo dire di più: noi apparteniamo alla grande famiglia del popolo di Dio, quella che precede il tempo del Cristo e che per millenni ha vissuto la fede di Abramo, Isacco, Giacobbe, e Mosè – solo per citare alcuni nomi importanti. La storia di Israele è pure la nostra storia perché in essa siamo stati innestati. Quante migliaia, anzi, milioni di persone Dio, nella sua grazia, ha chiamato ad appartenergli in modo speciale e ha redento!

Ci ricordiamo di loro? E’ impossibile, direte, a meno che il loro nome e le loro vicende sia registrato in qualche libro di storia. Tutti i nomi di coloro che Dio ha accolto fra il suo popolo, però, sono tutti scritti in quello che le Scritture chiamano “Il libro della vita”. Di nessuno di loro Dio si dimenticherà mai: sono i suoi.

L’evangelista Giovanni, in una speciale visione registrata nel libro dell’Apocalisse, li ha visti, i redenti di tutta la storia, e li descrive come “una grande folla che nessuno poteva contare”. Sentiamone il testo:

“Dopo queste cose vidi una grande folla che nessuno poteva contare, di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue; questi stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, coperti di vesti bianche e avevano delle palme nelle mani. E gridavano a gran voce, dicendo: «La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono e all’Agnello». E tutti gli angeli stavano in piedi intorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si prostrarono sulle loro facce davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: «Amen! La benedizione, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l’onore, la potenza e la forza appartengono al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen!». Poi uno degli anziani si rivolse a me, dicendo: «Chi sono costoro che sono coperti di bianche vesti, e da dove sono venuti?».

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