Che succede? Cinque nuovi pastori che si presentano con parole ineccepibili

Nel culto inaugurale del prossimo Sinodo Valdese, il 20 agosto 2017, verranno consacrati ben cinque nuovi pastori. Forse un record, che contrasta con la continua e rilevante diminuzione dei membri di chiesa.

Com’è d’uso, ciascuno dei cinque candidati si è presentato sul settimanale

Culto inaugurale di un recente Sinodo

Riforma. Con le cose che in questi anni abbiamo letto di docenti della facoltà di teologia o di altri “teologi” che vanno per la maggiore nell’ambito dell’unione valdo-metodista, o semplicemente di pastori consacrati negli scorsi anni, ci si poteva aspettare una serie di spropositi, uno studio della Bibbia volto a stravolgerne il senso alla luce (o piuttosto “alle tenebre”) delle recenti mode ideologiche e etiche, un prevalere di istanze del tutto mondane rispetto al vero messaggio dell’Evangelo e così via.

E invece no: si tratta di presentazioni brevi e, per la verità, ineccepibili, o quasi.

Il primo, Stanislao Calati, ha 61 anni, ha trovato la fede solo negli ultimi venti anni, ma ha mostrato una grande determinazione negli studi teologici, essendosi “dedicato personalmente allo studio e poi all’insegnamento delle lingue bibliche: latino, greco biblico, ebraico biblico, aramaico e siriaco, alle quali s’è aggiunto l’etiopico classico, all’approfondimento delle discipline tecniche di analisi del testo e all’esegesi, continuando a servire come predicatore locale”. Cura dal 2009 la chiesa metodista di Vercelli, pur essendo insegnante. Esemplare la conclusione del suo scritto: “Desidero e confido di servire, per il tempo che il Signore vorrà e secondo le forze che mi saranno concesse, la Chiesa e il Vangelo; quello che ho non è molto, ma lo metto tutto a disposizione.”

Particolarmente toccante la storia di Noemi Falla, una serie di eventi, anche assai dolorosi, nella sua vita, che l’hanno riportata al Signore: “sentire la Sua presenza fece crescere forte in me il desiderio di voler fare qualcosa per ringraziarlo della salvezza operata nella mia vita”, “ho imparato a coltivare la mia spiritualità e a conoscermi di più, rafforzando il mio rapporto con il Signore e imparando a riconoscere i segni della sua grazia nella mia vita”. La sua presentazione si chiude con il Salmo 116: «Che potrò – quindi – ricambiare al SIGNORE per tutti i benefici che mi ha fatti? Scioglierò i miei voti al SIGNORE e lo farò in presenza di tutto il suo popolo».

L’articolo di Stefano Giannatempo, è stato intitolato “vivere in Dio donandomi agli altri”. Dice di ispirarsi a Marco 3, 14-15a: «Ne scelse dodici perché stessero con lui e per mandarli a predicare». Dopo un’esperienza in seminario cattolico, ora vuole impegnarsi in particolare “nella catechesi giovanile, nella liturgia e nell’ecumenismo”.

Ilenya Goss, sarà uno dei pochi pastori che porta un antico cognome valdese. Laureata in filosofia e medicina ed aveva intrapreso la carriera accademica. Ha studiato pianoforte e canto ed è nota la sua attività concertistica, in particolare le sue esecuzioni di cantate di Bach, che sono di carattere sacro. Nonostante provenga per parte di padre dalla comunità valdese di Luserna San Giovanni, fino a qualche anno fa la più grande fra tutte, dal suo articolo pare abbia deciso di diventare membro di chiesa solo dopo i suoi ampi studi. “Ogni aspetto della vita trova un nuovo ordine intorno a un centro dato dalla Parola di Dio, nell’annuncio, nell’insegnamento, nella cura pastorale, nella ricerca e nello studio posti al servizio della chiesa e del mondo”. Come non condividere?

Francesco Marfé, prima cattolico, ha frequentato i pentecostali, ha infine aderito al “protestantesimo storico” e alla Chiesa Valdese in nome del sola Scrittura. Parla della sua passione per le due declinazioni della fede: teologia e chiesa. In proposito cita Romani 10:14: «Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c’è chi lo annunci?». Vuole essere “un fratello al servizio degli altri con il compito di accompagnare la comunità e i singoli membri affinché possano tenere viva la propria relazione con Dio mediante la sua Parola”.

Chi non vorrebbe pastori così?

(prima parte – continua)

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