La Chiesa Valdese è una delle Chiese protestanti “storiche”. È, anzi, “la più storica” di esse, risalendo ad almeno 350 prima della Riforma di Lutero, o forse, essendo in continuità con la chiesa primitiva. Tutto questo, però, vale poco se non c’è fedeltà alla Parola di Dio. Sull’argomento, ci sembra di grande attualità un articolo di alcuni anni fa:
Gli attacchi dei modernisti al cristianesimo biblico, la centralità della Bibbia
di Paolo Castellina
Si parla oggi generalmente di “chiese storiche”, quelle, cioè che sono nate dalla Riforma protestante, a differenza di quelle che sono sorte in seguito, spesso a causa di scissione dalle prime. Si trattava spesso, però, di scissioni rese dolorosamente necessarie dal graduale loro allontanamento dalla fede biblica, quella dalla quale originalmente erano sorte, abbandonata o riveduta per il loro conformarsi alle ideologie del momento, ritenendo di doversi così “evolvere” ed “aggiornare”.
Non sono, quindi, tanto le cosiddette “chiese storiche” ad avere titolo a questa definizione, quanto le seconde, che non hanno voluto abbandonare “la fede che è stata trasmessa una volta per sempre ai santi” (Giuda 3). Possono definirsi, infatti, “Chiese storiche” quelle che hanno accantonato con sufficienza le Confessioni di fede della Riforma, che volevano esprimere le basi di una fede conforme all’insegnamento biblico? Abbandonando ufficialmente o di fatto le Confessioni della fede della Riforma queste chiese non hanno più diritto ad essere considerate “storiche”. Potrebbero meglio definirsi “moderniste”, avendo abbracciato i principi della modernità, oppure “liberali” perché ritengono di poter interpretare “liberamente” gli insegnamenti della Bibbia, rinnegando di fatto la sua autorità normativa ultima.
Come si potrebbe definire il cristianesimo biblico storico?
Il cristianesimo biblico storico è prima di tutto cristianesimo – un sistema di credenze, una concezione del mondo e della vita incentrato nella Persona e nell’opera di Gesù Cristo. Chi era Gesù Cristo? Era veramente Dio? Era veramente uomo? Quale rapporto intratteneva con il Padre e con lo Spirito Santo? Che cosa è venuto a compiere in questo mondo? Che cosa insegnava? Quale significato ha la Sua morte in croce? E’ risorto davvero dai morti? Dov’è ora? Tornerà ancora? Quale risposta date alla Persona ed all’opera di Cristo? Queste ed altre simili questioni di fondo sono quelle che definiscono il cristianesimo. Qualcuno potrà dire: Non ci sono forse risposte diverse a queste domande? Sì, ed alcune delle risposte che oggi si danno a queste domande (o riscoperte) sono molto lontane da quelle autorevolmente date dalla Bibbia (come il neo-gnosticismo oggi popolare). Ecco perché sono necessari aggettivi che qualifichino l’autentico cristianesimo, o cristianesimo biblico, per distinguerlo da altri modi, devianti, di rispondere alle questioni che riguardano Cristo.
In secondo luogo, il cristianesimo biblico è, appunto, biblico. Le risposte alle varie questioni che riguardano l’identità e l’opera di Cristo devono essere tratte dalla Bibbia – i 39 libri dell’Antico e del Nuovo Testamento. Questi libri non sono semplicemente opere umane “santificate” dall’umana istituzione della chiesa. Sono la rivelazione di Dio attraverso la mediazione umana. La Bibbia è Parola di Dio: ecco che cosa la maggior parte dei cristiani di ogni tempo e paese ha sempre creduto. La Bibbia è autorevole, infallibile, priva di errori, il criterio ultimo della nostra fede e della nostra condotta. L’autorità della Bibbia non deriva dall’autorità della chiesa che così avrebbe stabilito, ma da quella di Dio stesso. È Dio che ha parlato nella Sua Parola. L’espressione “Così dice l’Eterno”, o simili, ricorrono più di 3000 volte nella Bibbia. La Bibbia si autentica dal suo stesso messaggio e dalla potenza dello Spirito Santo che testimonia nel nostro cuore che essa davvero proviene da Dio. La Bibbia dice che Gesù è “il Cristo”, Colui che Dio ha consacrato come Messia, il Salvatore del mondo, Colui che adempie quanto era stato preannunciato dall’Antico Testamento (Matteo 1:1, 5:17; Luca 24:25-27). La Bibbia dice che Gesù è venuto (è stato mandato da Dio Padre) per salvare il Suo popolo (uomini e donne scelti dal mondo). La Bibbia dice che Gesù, Parola di Dio fattasi uomo, era nel principio con
Dio, anzi, era Dio (Giovanni 1:1). Gesù era distinto da Dio, eppure uguale a Dio in essenza, potere e gloria. Gesù era pienamente Dio e pienamente uomo (1
Timoteo 2:5; Filippesi 2:5-11). La Bibbia dice che Gesù morì per la salvezza di peccatori (1 Timoteo 1:15; Romani 5:8). La Bibbia dice che, per essere salvati e riabilitati di fronte a Dio, dobbiamo ravvederci da ciò che Dio considera peccato ed affidarci completamente a Cristo come nostro Signore e Salvatore (Marco 1:15, Atti 2:38, Romani 10:9). La Bibbia dice che il nostro ravvedimento e la nostra fede sono doni della grazia di Dio (Atti 11:18; 2 Timoteo 2:25; Efesini 2:8). C’è naturalmente molto di più da dire di questo sulla fede biblica in Cristo.
In terzo luogo, il cristianesimo biblico storico è storico. La Bibbia dice in Giuda 3: “Carissimi, anche se avevo una grande premura di scrivervi circa la nostra comune salvezza, sono stato obbligato a farlo per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa una volta per sempre ai santi” (Vedi anche Galati 1:6-9 e 1 Corinzi 15:1-8). Notate i termini “comune salvezza” e “fede trasmessa una volta per sempre ai santi”. Questi termini fanno riferimento ad un deposito di fede che era comune a tutti gli antichi cristiani, difeso contro i falsi maestri, e passato di generazione in generazione. È questa la testimonianza immutabile di fede che si è trasmessa lungo la storia. Si tratta di concetti di valore permanente, non passibili di cambiamento, pena l’alterazione della fede cristiana stessa, da trasmettersi lungo la storia. I credo storici come quello apostolico e niceno definiscono storicamente in che cosa consista la fede cristiana contro coloro che vorrebbero distorcere l’insegnamento biblico. Le controversie storiche non avevano a che fare con chi vinceva e chi perdeva nella lotta di potere fra fazioni teologiche diverse: era la lotta storica per la preservazione dell’insegnamento biblico. Il cristiano che vuole essere biblico e storico sta dalla parre di Atanasio (difensore della Trinità) contro Ario (che diceva come Gesù fosse come Dio, ma non Dio). Sta dalla parte di Agostino (che credeva nel peccato originale e nella salvezza per la grazia sovrana di Dio) contro Pelagio (che credeva che l’uomo avesse un libero arbitrio morale che gli permettesse di fare ciò che Dio richiede). Sta dalla parte della Riforma protestante nella sua riscoperta dell’autorità biblica e della dottrina della giustificazione per sola fede. Sta dalla parte della Confessione di fede di Westminster nella sua articolazione della fede cristiana biblica. Sta dalla parte degli evangelici confessanti oggi che credono all’Evangelo che Dio salva peccatori per sola grazia, attraverso la sola fede, in Gesù Cristo soltanto, secondo la sola Scrittura, alla sola gloria di Dio.
È deplorevole che molti cristiani oggi non conoscano la loro Bibbia e non conoscano la loro storia. È in un certo qual senso comprensibile alla luce degli attacchi al cristianesimo biblico storico che provengono da parte dei modernisti e post-modernisti. I modernisti, per più di un secolo, hanno cercato di de-costruire la Bibbia. Ora i post-modernisti stanno cercando di de-costruire la storia del cristianesimo. Ciò di cui oggi abbiamo bisogno è una riscoperta del cristianesimo biblico storico. Per questo dobbiamo lavorare ed essere fermi.
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