Verranno tempi difficili
Dopo quarant’anni, ciò che temeva il movimento di “Testimonianza Evangelica Valdese” nel 1983 si è realizzato ed aggravato. Come ne usciremo?
Dopo quarant’anni, ciò che temeva il movimento di “Testimonianza Evangelica Valdese” nel 1983 si è realizzato ed aggravato. Come ne usciremo?
Mi è stato chiesto: “Perché ripercorrere i sentieri antichi?”; “A cosa è servito SAV?”Beh! E’ come se mi chiedessero, cosa ti serve vivere? Se dovessi Leggi Tutto »
Giovanni Calvino scrisse l’introduzione alla prima versione francese della Bibbia prodotta dal Protestantesimo. Un testo magnifico che ci esorta vieppiù ad apprezzare e diffondere con determinazione la Parola di Dio.
La teologia dialettica di Barth gli permise di usare vecchie parole e frasi, frasi e parole bibliche, dando loro allo stesso tempo nuovi, e radicalmente antibiblici, significati. Quello che i liberali aveano compiuto solo in parte con frasi come la “divinità di Cristo” e quello che i cattolici romani avevano operato con termini come “giustificazione”, “chiesa”, “santo” e “grazia”, Barth fu in grado di farlo con l’intero discorso teologico della Riforma.
Secondo articolo sul pensiero del teologo Karl Barth, che è diventato oggi un mito e fonte di citazioni a sostegno di tutto e del contrario di tutto.
La teologia di Karl Barth continua ad essere popolare fra certi ambienti valdesi moderni. E’ ortodossia? E’ un compromesso fra liberalismo e ortodossia? Oppure è un’altra versione di umanismo?
E’ stato molto pubblicizzato, spesso con toni entuasiastici, il discorso del teologo valdese Paolo Ricca nella basilica romana di San Pietro. “La prima volta”, si dice. Ma che cosa ha detto? Ha ribadito che la roccia su cui si fonda la chiesa è “Pietro” o “molti Pietro”. Non è questa, però, la prospettiva della teologia riformata classica, che considera la roccia non Pietro, ma Cristo. Egli è “un”sasso”, o un mattone, che poggia sulla roccia che è Cristo. Ancora una volta un ecumenismo antropocentrista. I simili si amano e apprezzano a vicenda. Qui un articolo di Daniela Michelin-Salomon.
I moderni eruditi cianciatori, “esperti in dibattiti culturali”, affibbiano l’etichetta di “fondamentalista” a chiunque non condivida i loro punti di vista. Quell’etichetta, però, potrebbe pure essere data a 1900 anni di pensiero cristiano, includendo, naturalmente Gesù e gli apostoli. Ma, si sa, i “moderni” hanno “finalmente capito” come stanno le cose. O no? Inizieremo così da oggi esposizioni brevi di dottrine cristiane di base. Oggi: “L’ispirazione e l’autorità della Bibbia”.
In quasi tutte le chiese valdesi d’Italia è stato trasmesso un comunicato pubblico “dai massimi rappresentanti della Chiesa valdese, per dichiarare, in tutte le sedi possibili che, quanto espresso dal Malan non rappresenta, in alcun modo, le posizioni della Chiesa valdese in nessuno dei termini trattati”.
Un tempo si usava criticare in particolare i gesuiti per la loro abilità nel ragionare per sofismi. Questa caratteristica, però, non riguarda solo i gesuiti, ma spesso molti laureati di facoltà di filosofia, teologia e giurisprudenza, divenuti leader di chiese, in particolare delle “chiese storiche”. Sono soprattutto quelli che, educati alla critica biblica moderna e nel ragionamento filosofico, sono in grado di “girare le cose” in modo tale da giustificare “il tutto e il contrario di tutto” e con abili “acrobazie ermeneutiche” giustificare il distanziamento dalle dottrine teologiche ed etiche tradizionali insegnate dalla Bibbia. Lo giustificano così come se fosse “progresso” e “evoluzione” e che loro intendono sempre come qualcosa di “migliore” di che cosa c’era prima. Veramente?
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