Innanzitutto ringraziamo molto Peter Ciaccio, pastore delle Chiese metodista e valdese di Palermo/Noce, che è stato il primo a rispondere, poche ore dopo l’invio del nostro messaggio. Per quanto ci muova una lunga serie di critiche, ci risponde. Sommessamente, pensiamo che questo – a differenza di altri – sia un atteggiamento franco e fraterno. Ignorare dei fratelli e delle sorelle, invece, non ci pare esserlo molto, specie quando all’indifferenza segue l’attacco. Perciò apprezziamo le divergenze e la pazienza avuta nel manifestarle.
Qualche puntualizzazione.
Il suo atteggiamento nei confronti dei “vicini di casa” e anche verso di noi è comprensibile. Ciò che ci ha sconcertato è quello di chi prima non risponde e poi condanna. Mantenere l’unione nella Chiesa è responsabilità di tutti. Ma più alti sono i ruoli più alta è la responsabilità. Non rispondere alle domande di membri di chiesa, in primis all’Appello del 2010, ci sembra equivalga a considerarci estranei, esterni, in altre parole non “il tuo prossimo”. Il che ci pare l’opposto del compito di chi guida il gregge.
Lei ritiene che il nostro modo di porre le questioni tende a “radicalizzare le posizioni”. Ma chi radicalizza? Volere a tutti costi una decisione sulle benedizioni gay, pur sapendo che avrebbe creato spaccature (il pastore Esposito lo disse chiaro) è stata la vera radicalizzazione. Se degli operai manifestano contro un improvviso cambiamento nel contratto di lavoro o una serie di licenziamenti, li si può accusare di altro, non certo di aver radicalizzato il confronto. Il fatto è che senza di noi, senza il nostro appello e questo sito, sarebbe passato incontrastato il messaggio che ancora pochi giorni fa il pastore Giuseppe Platone, Presidente del Sinodo 2011, ha comunicato a L’Espresso: non c’è dissenso tra i Valdesi sulle benedizioni, tutt’al più “qualche problema tra i Pentecostali”. Chi non frequenta il nostro sito ma legge solo Riforma, non sa che le maggiori organizzazioni evangeliche in Italia hanno espresso una fortissima contrarietà, non sa che il pastore Domenico Maselli, già presidente della Fcei, dissente sul tema, non sa che una professora di teologia afferma che relazioni con entrambi i sessi sono un dono di Dio. Senza di noi si sarebbe dimenticato che più del 40% dei membri con diritto di voto del Sinodo 2010 non ha votato il famoso odg, che ancora viene raccontato come “approvato a larga maggioranza”.