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LA SEQUELA DI GESU’ OVVERO IL DISCEPOLATO SENZA CONDIZIONE di Paolo Brancè

5 Novembre 2010 admin 0

“SE QUALCUNO VUOLE VENIRE DIETRO A ME, RINUNCI A SE STESSO, PRENDA LA SUA CROCE E MI SEGUA”:
(Luca 9: 23-27)

Il credente evangelico è abituato ad ascoltare predicazioni riguardanti la dottrina della salvezza teologicamente elaborata dalla forte personalità carismatica di Paolo. L’intera cristianità deve a Paolo, guidato dallo Spirito di Dio,  la corretta formulazione dogmatica della salvezza per grazia mediante la fede, che è e rimane uno dei capisaldi della teologia della Riforma classica. Tuttavia, questo dogma negli ultimi due secoli è stato banalizzato, privandolo della sua incisiva forza spirituale. L’evangelismo odierno chiacchiera molto intorno a questo dogma, ma pochissimo è fatto vedere nell’esperienza quotidiana della vita. Per i più sembra essere un nobile, accademico, eloquente dogma cristiano su cui dissertare, ma la vita dei cristiani evangelici scorre linearmente senza che vi sia stata nel corso della loro esistenza quella crisi causata dall’irrompere del Regno di cui Cristo è il Rappresentante.

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: 493 ANNI FA INIZIAVA LA RIVOLUZIONE CRISTIANA DI MARTIN LUTERO di Fabrizio Porro

19 Ottobre 2010 admin 39

In questi giorni, perlomeno nelle Chiese Protestanti “storiche”, si commemora l’atto iniziale della Rivoluzione Cristiana partita dai travagli personali e dagli studi assidui del monaco Martin Lutero. A quasi mezzo millennio di distanza vogliamo ricordare anche noi l’evento che spianò la strada all’avvento del Protestantesimo moderno dopo secoli di quasi oblio delle idee definite “eretiche”. Buona parte dell’umanità, centinaia di milioni di persone, deriva le sue convinzioni religiose, in maniera più o meno diretta, dalla critica di Lutero alla prassi Romana del suo tempo, con quello che ne è seguito:

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UN LETTORE CI SCRIVE: NON SI PUÒ METTERE IN DISCUSSIONE CHE LA BIBBIA SBAGLIA

18 Ottobre 2010 admin 0

Cari fratelli,

premetto che non sono valdese. Leggo però con una certa meraviglia che si critica l’affermazione della pastora Di Carlo sul fatto che la Bibbia non è la parola di Dio ma la contiene. Mettere in discussione ciò significherebbe accettare quella che si chiama inerranza biblica. Ora non sfugge a voi tutti che di problemi ne crei molti una lettura “letteralista”. Se la Bibbia è parola di Dio allora tutto ciò che vi è scritto non deve essere interpretato né contestualizzato. Proprio chi la legge così, ad esempio, non accetta che la donna predichi, che sia pastore. Oppure dovremmo prendere come parola di Dio tutti gli omicidi descritti nell’antico testamento e presentati come volonta di Dio ( e il comandamento non uccidere?). Potrei andare avanti ma non mi sembra il caso. Credo che neanche voi in fondo possiate pensarla in questo modo, o no?

 

Giovanni Napolitano

 

MA SE LA SI PENSA COSì COSA CI SI FA IN UNA CHIESA BASATA SULLA BIBBIA?

 

Caro fratello,

ormai dire che la Bibbia è Parola di Dio fa scandalo. E non nella piazza, dove credere in qualcosa è spesso ritenuto cosa da poveretti (ma non sanno quanto è promesso ai “poveri in spirito”!), salvo poi offrirsi in sacrificio umano per una squadra di calcio, o per l’alcol, il fumo o la droga, o credere a santoni e guru, o inventarsi e adorare idoli come “la scienza”, che invece è basata sul dibattito e non sulla cieca fede. Quest’affermazione oggi crea scandalo fra cristiani.

Mi pare poi che anche un induista o un ateo troverebbe bizzarro che il pastore di una chiesa, al quale essa affida il compito di predicare e istruire nella sua fede, dichiari cose in totale contrasto con ciò che la stessa chiesa professa nella sua Confessione di Fede (Art. 3):

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CONTINUA L’ANALISI DELLO STUDENTE DI TEOLOGIA SULL’ODG SULLE COPPIE GAY, CHE “DEMANDA ALLE CHIESE LOCALI UN’AUTORITÀ CHE NON GLI APPARTIENE”. ISTITUIREMO UN REGISTRO DELLE COPPIE DI FATTO ? FACCIAMO CONCORRENZA ALLO STATO?

17 Settembre 2010 admin 0

Un’altra osservazione va fatta: per noi protestanti il matrimonio non è un sacramento, tutti si sposano, non solo i cristiani (anche i massoni: è interessante leggere il Rituale matrimoniale della Libera Muratoria per vedere che tipo di concetto hanno del matrimonio); fare una benedizione di una unione di coppie di fatto (in questo caso omoaffettive) non è – a mio sommesso avviso – un “moltiplicare le benedizioni”, ma un “moltiplicare i sacramenti”, da due a quaranta – come per Ugo di S. Vittore e per Abelardo – dal battesimo ad una possibile unzione/benedizione dei malati. Per me una benedizione è sì un rito di passaggio (per es. nell’ebraismo il Bar-mitzvà), ma è soprattutto espressione della comunità nella richiesta o invocazione a Dio della sua Grazia, che nel caso del matrimonio è in relazione alla vita civile. Le chiese nel passato hanno tenuto un particolare riguardo al battesimo e al matrimonio, proprio perché non esisteva uno stato civile: se nasceva un bambino dove lo si registrava? Se Tizia e Caio si sposavano chi certificava la nascita di una famiglia? La Chiesa naturalmente! Questo fino alla nascita di uno stato Civile. Per dovere di cronaca devo dire – a mo’ di esempio – che il registro di stato civile mantenuto dai municipi nel meridione nacque con il decennio francese, con precisione nel 1808, e si mantiene ancora oggi, nel Regno di Sardegna fino al 1865 esisteva lo stato civile ecclesiastico (in due lingue: italiano per il culto cattolico e francese per il culto evangelico controllato dallo stato). Se ne deduce che un particolare rito segnava un particolare modo di vivere un momento della propria esistenza in maniera pubblica, che aveva una conseguenza giuridica. Per il battesimo la nascita, l’entrata nella società cristiana e civile di un bambino; per il matrimonio la nascita di una famiglia; per il funerale il distacco da un caro e l’attestazione del decesso.

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RISPONDIAMO: SE LA “INTERPRETAZIONE” ARRIVA AD ATTRIBUIRE A UN TESTO UN SIGNIFICATO OPPOSTO A CIÒ CHE DICE, CESSA OGNI POSSIBILITÀ DI RELAZIONE UMANA

15 Settembre 2010 admin 0

Ringraziamo il pastore Esposito per la lettera che pubblichiamo. Ci pare tuttavia giusto ricordare che il pastore, sul settimanale ufficiale delle chiese evangeliche Riforma, pagato dagli abbonati e dalle chiese stesse, ha già avuto modo di esprimere le sue posizioni con una serie di articoli, ha goduto della difesa d’ufficio del Direttore contestuale a quella che finora è stata l’unica occasione per noi di rappresentare le posizioni, cioè l’annuncio a pagamento, e il 19 agosto, mentre per gli altri, secondo il Direttore, non c’era posto, ha avuto pubblicato un altro articolo, per la verità, più aggressivo di questa lettera. Ad esempio, in esso accusa il nostro appello di “considerare l’omosessualità alla stessa stregua, cito, dell’«accoppiamento con animali». Un simile accostamento non merita nemmeno una replica, a tal punto esso denota assoluta mancanza di rispetto”.

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PAOLO CASTELLINA RISPONDE A RONCHI E A RIFORMA: SI RITENGONO PADRONI E INCONTRASTABILI DELLA NOSTRA CHIESA

13 Settembre 2010 admin 0

“…promettiamo di perseverarvi con la grazia di Dio inviolabilmente e nella vita e nella morte, essendo pronti a sottoscrivere a questa eterna verità di Dio col nostro proprio sangue, come l’hanno fatto i nostri Maggiori fin dal tempo de gli Apostoli, particolar­mente in questi ultimi secoli” (Confessione di fede valdese).

Con queste parole termina l’antica confessione di fede valdese, sottoscritta da cristiani che in quel modo riaffermavano una eterna verità e che promettevano di esservi fedeli sottoscrivendola con il loro stesso sangue.