Il fenomeno dell’acrasia
Avete mai fatto esperienza dell’acrasia? L’acrasia è un comportamento irrazionale, insensato, tenuto da una persona che opera scelte contrarie a quelle individuate come ottimali per sé.
Avete mai fatto esperienza dell’acrasia? L’acrasia è un comportamento irrazionale, insensato, tenuto da una persona che opera scelte contrarie a quelle individuate come ottimali per sé.
Può capitare di essere presenti la domenica a servizi di culto di comunità cristiane diverse dalla nostra. Il seguente formulario può essere utile per darvi una valutazione che pure potrà essere utile per riflettere su quanto avviene nella nostra comunità e promuovere fedeltà ai criteri biblici che devono regolare il culto cristiano.
Non esiste alcuno “stato laico” neutrale o laicismo: o vi sottomettete all’ideologia ed al potere imperante, compromettendo la vostra fede, oppure lavorate affinché i principi biblici siano, come è giusto, quelli prevalenti. E’ una lotta fra poteri concorrenti, e a questa lotta chi davvero sostiene la fede biblica non si tira indietro.
La cultura della morte (che si ritiene progressista) non sopporta la difesa della vita e del diritto alla vita (che non può essere sconfitta). Gli pseudoprogressisti non prevarranno. Non molliamo. A proposito, le categorie di “destra” e “sinistra” sono ormai del tutto prive di significato. Certe battaglie, come la difesa della vita, sono condivise da persone di ogni tendenza.
La vicenda della lista di proscrizione pubblicata dal “Corriere della sera” si tinge di giallo con un continuo scaricabarile tra i protagonisti di questa storia. Dietro questa ignobile pagina del giornalismo italiano assistiamo all’apice di un processo di criminalizzazione del dissenso che dura da anni e che sta avvelenando la verità. L’obiettivo del potere è infatti silenziare il pensiero divergente e cancellare qualunque forma di dissenso: i pensieri dei cittadini (compresi intellettuali, politici e giornalisti) devono allinearsi e omologarsi alla narrazione del pensiero unico. In che misura questo trova paralleli nelle chiese?
Uno dei motti della Riforma calvinista: “Più si divertono a colpirmi, tanti più martelli dovranno usare”. Sono però i martelli ad infrangersi, non l’incudine. A tutt’oggi non hanno ancora smesso di colpirla. Chi si infrangerà prima?
“A Venezia egli desiderava diffondere fra il popolo la verità dell’Evangelo e la parola del Signore. In Francia egli cercava aiuto e soccorso contro il nemico del suo paese, che cercava di far tornare Ginevra sotto il suo giogo d’errore e di ignoranza. In Olanda egli difendeva il Calvinismo conttro la teologia venefica che silenziosamente minava le fondamenta della Chiesa di Cristo. A Ginevra, come cittadino, non lasciava che mai fosse influenzato da considerazioni personali, e come Consigliere e giudice ecclesiastico, non aveva mai sacrificato le sue profonde convinzioni alla pubblica opinione. Non temeva mai di dire la verità dal pulpito, e non temeva quelli che erano in alta posizione, che erano abituati ad essere lodati da leccapiedi. Davanti ai magistrati della Repubblica, non era mai venuto meno di uno iota alle sue convinzioni. Fino agli ultimi istanti della sua vita egli era come una roccia, sotto la quale le acque scorrono senza posa, ma essa rimane immutabile” (Maria Betts).
La responsabilità primaria dell’istruzione di bambini e giovani spetta in primo luogo alle famiglie e poi alle chiese, non allo Stato. Delegare allo Stato l’istruzione dei nostri figli vuol dire necessariamente sottoporli all’influenza dell’ideologia dominante (non esiste un’istruzione “neutrale”) che finirà per vanificare la fede cristiana che professiamo. Il tempo della pandemia sta facendo prendere coscienza sempre più famiglie e chiese sull’importanza dell’educazione parentale. Curricula scolastici e programmi basati su principi cristiani sono ancora “merce rara” in Italia. Uno stimolo ci viene dalle interessanti iniziative di Giorgio Modolo, di Vittorio Veneto.
Cristianesimo occidentale ed orientale: due “polmoni” che devono funzionare insieme animati dal “respiro di Dio”.
Oggi siamo nell’epoca dell’usa e getta, dei “vuoti a perdere”. I “vuoti a perdere” sono quei contenitori che non vengono restituiti e possono essere gettati via contribuendo così alle montagne di rifiuti che soffocano sempre di più questo nostro mondo. I vuoti a perdere sono molto spesso usa e getta. “Vuoti a perdere” sono pure i frutti dell’inutile e nichilista cultura moderna che sarà ben presto dimenticata così come la nostra insulsa generazione. Ci sono però dei “vuoti significativi” che sono carichi di promesse mantenute come la croce vuota e la tomba vuota di Gesù Cristo, che non solo sono ricordati di generazione in generazione, ma che, come le energie rinnovabili, non verranno mai a meno per chiunque se ne avvale. È quello che esaminiamo oggi con il testo biblico di Luca 24:1-12.
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