
COME INFORMA RIFORMA ? (1a puntata)
COME INFORMA RIFORMA ? (1a puntata) LETTERA SULLE DICHIARAZIONI TELEVISIVE DELLA PASTORA TOMASSONE NON PUBBLICATA Giudichino i lettori se ci sono attacchi personali o se […]
COME INFORMA RIFORMA ? (1a puntata) LETTERA SULLE DICHIARAZIONI TELEVISIVE DELLA PASTORA TOMASSONE NON PUBBLICATA Giudichino i lettori se ci sono attacchi personali o se […]
39 Or uno dei malfattori appesi lo ingiuriava, dicendo: «Se tu sei il Cristo, salva te stesso e noi». 40 Ma l’altro, rispondendo, lo sgridava dicendo: «Non hai neppure timore di Dio, trovandoti sotto la medesima condanna?41 Noi in realtà siamo giustamente condannati, perché riceviamo la dovuta pena dei nostri misfatti, ma costui non ha commesso alcun male». 42 Poi disse a Gesù: «Signore, ricordati di me quando verrai nel tuo regno». 43 Allora Gesù gli disse: «In verità ti dico: oggi tu sarai con me in paradiso». Luca 23
Il pastore Giorgio Tourn, nel suo Alfabeto evangelico, fornisce una bella precisazione:
“Qualcuno potrebbe dire: ‘Non è un po’ comodo? Se basta credere per essere a posto uno può fare quello che vuole’. È chiaro che non è così: quando uno ha fiducia in una persona e vuole meritare la sua, farà di tutto per esserne degno. Si fanno molte più cose per amore che per obbligo, e la fede è il nostro modo di amare Dio.”
Il ladrone del racconto evangelico, però, arriva alla fede quando non era più possibile per lui fare nulla. Le sue mani inchiodate alla croce non possono compiere opera alcuna, né i suoi piedi portarlo in alcun luogo, neppure a chiedere perdono a coloro alle vittime dei suoi delitti. Gli resta però quel senso di giustizia, evidentemente mai spento nonostante una vita che lui stesso sa essere stata assai mal spesa, che gli rende evidente la differenza fra sé e Gesù. Noi riterremmo, giustamente, odiosa e inaccettabile una pena atroce come la crocifissione, qualunque sia il reato commesso. Ma il ladrone non perde i suoi ultimi minuti di vita per recriminare sulla disumanità delle leggi dell’epoca. Né reagisce come l’altro malfattore che, nella disgrazia, usa le forze residue per commettere un ultima nefandezza ingiuriando quell’uomo giusto. E riconosce che mentre per lui e il suo “collega” si tratta di “dovuta pena”, per Gesù è una somma ingiustizia.
Ma soprattutto si rende conto che quello che ha accanto non è solo un uomo giusto, è Colui che salva gli uomini, il Messia (in greco, il Cristo), il Redentore. Ha fede in Lui. E la sera stessa sarà con Lui in Paradiso.
La strada che ci indica il Signore è quella del ladrone ? Fai quel che ti pare, poi, giunto alle strette, ti affidi a Gesù e sei a posto ? Ovviamente no.
Quella del ladrone, infatti, è una via tutt’altro che facile. Intanto non a tutti è dato di essere
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Ma interroghiamoci: cos’è il mondo per Gesù? La parola greca “kosmos” significa in italiano il mondo fisico, l’universo. Tuttavia, l’idea che sottende alla parola greca “kosmos” per Gesù è quella spirituale e morale: essa pone in contrasto la parola di Gesù con il mondo politico-religioso che lo ha inchiodato alla croce. Sembra paradossale la frase di Gesù, perché in fondo il “mondo” lo avrebbe di lì a poco crocifisso, i capi religiosi sarebbero riusciti ad eliminarlo, sebbene con l’ausilio dell’amministrazione romana. Ma Gesù affermò che ha vinto il mondo. Come?
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