DOMANDE ALLA “MAGGIORANZA” CHE GUIDA LA CHIESA VALDESE
Le benedizioni alle coppie omosessuali hanno fatto notizia, ma purtroppo c’è ben altro.
Il nostro Appello al Sinodo ha suscitato notevoli reazioni. Ma si è tentato di ridurne il contenuto alla semplice questione omosessuale. In realtà nell’Appello c’è ben altro. Che si è cercato di ignorare.
- Che cos’è la Bibbia per la Chiesa Valdese ? È ciò che ha detto la pastora Daniela Di Carlo, durante il Sinodo (pare riscuotendo numerosi consensi) ? : “La Bibbia non è la parola di Dio, nella Bibbia si trova la parola di Dio. Il nostro compito è “scavare” per liberarla dalla stratificazione della cultura.” Oppure è ciò che dice la Confessione di Fede ? : “riconosciamo la divinità di questi libri sacri, non solo dalla testimonianza della Chiesa, ma principalmente dall’eterna et indubitabile verità della dottrina contenuta in essi, dall’eccellenza, sublimità e maestà del tutto divina che vi si dimostra, e dall’operatione dello Spirito Santo che ci fa ricevere con riverenza… i raggi della celeste luce che risplendono nella Scrittura, e corregge il nostro gusto per discernere questo cibo con il suo divino sapore”.
- Che cos’è la Confessione di Fede per la Chiesa Valdese ? Ancora nel 2010 la fa sottoscrivere ai pastori consacrati, la pubblica sul sito ufficiale sotto il titolo “Cosa crediamo”, ma sembra che molti la ritengano un vecchiume e una cosa inutile, e soprattutto rilasciano dichiarazioni e compiono atti in aperto contrasto con essa.
- A chi spetta far rispettare la Confessione di Fede (se riteniamo che significhi qualcosa) ? Leggendo l’ordinamento, supponiamo che tocchi al Sinodo, alla Tavola, al Corpo Pastorale che si riunisce durante il Sinodo, e, sotto certi aspetti, agli organi locali. Non ci risulta però che nulla sia stato neppure ipotizzato nei confronti di coloro che hanno parlato o agito contro la Confessione stessa. Cosa vuol dire questo ? Che ciascun membro di chiesa può fare qualunque affermazione o atto, e dire di parlare o agire a nome della Chiesa ? O che qualcuno, nonostante l’esplicito richiamo dell’Appello, non ha fatto il suo dovere ?
- I pastori devono predicare secondo i fondamenti di fede della Chiesa oppure possono dire qualsiasi cosa passi loro per la testa? Affermazioni come quella della pastora Di Carlo, o come quelle del pastore Alessandro Esposito contro la Trinità e contro la divinità di Cristo, che restano totalmente ignorate dalla dirigenza della Chiesa, rapidissima invece a stigmatizzare altre prese di posizione, sembrano propendere per la seconda ipotesi. Ora, ciascuno è libero di pensarla come gli pare, ma quando si è incaricati (e pagati, sia pure in modo modesto) per diffondere una certa dottrina e se ne diffonde un’altra ben diversa e in contrasto con la prima, qualcosa non funziona. Tra l’altro, sappiamo che tutti i pastori hanno sottoscritto la Confessione di Fede del 1655. Analogamente, un comune cittadino è libero di esprimere giudizi negativi sulle auto della Fiat o anche schierarsi contro le auto in generale a vantaggio della bicicletta e dei mezzi pubblici. Se però uno è dirigente della Fiat, dovrebbe prima dimettersi e, se non lo fa, è l’azienda che dovrebbe rimuoverlo. Quella di pastore non è una libera docenza, una licenza di parlare di questioni connesse con la fede, né una tribuna da cui poter dare forza alla propria voce, ma una missione, un servizio a una ben determinata confessione. O almeno così pensiamo noi, conformemente alle secolari regole della Chiesa Valdese.
- Non pensate che impegnare il nome della Chiesa Valdese <<in iniziative che per la loro fallacia creano divisioni e non hanno nulla a che fare con ciò che essa deve essere: “la compagnia de’ fedeli” che “vengono ad unirsi per seguitare la Parola di Dio; credendo ciò ch’egli vi ci insegna e vivendo nel suo timore” (articolo 25 della Confessione di Fede) >> nuoccia alla Chiesa stessa ? E’ vero o non è vero che le umane dottrine oggi trionfano domani cadono nell’oblio o nel discredito, mentre, dice Gesù “I cieli e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” ?
- Cosa pensano coloro che hanno dato e danno la linea alla Chiesa Valdese dei tanti che l’hanno lasciata, proprio a causa di questa linea ? Solo tra i coraggiosi firmatari dell’Appello, ben quattro si sono dichiarati “ex valdesi”, e hanno affermato di avere lasciato la nostra Chiesa “causa degenerazione teologica” o simili. È chiaro che sono centinaia o forse migliaia coloro che, per gli stessi motivi hanno fatto la stessa cosa, ma – a differenza di quei quattro firmatari – non sono passati ad altre denominazione ma hanno semplicemente abbandonato ogni modo di vivere la fede insieme ad altri fratelli, o, ancora, hanno abbandonato del tutto la fede e basta (e forse figurano ancora tra quei 19mila membri ufficiali). A giudicare dal perseverare nella stessa direzione sembra che di coloro che se ne sono andati pensino, nella migliore delle ipotesi “chi se ne importa”, nella peggiore “meno male che se ne sono andati; magari se ne andassero anche quelli dell’Appello”. Se qualcuno ha un’opinione diversa, ce la invii e noi la pubblicheremo.
- Quale diritto aveva il presidente del Sinodo, il magistrato Marco Bouchard, di impedire che si menzionasse l’Appello al Sinodo, firmato da quaranta membri di chiesa ?
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