Al di là delle apparenze (Matteo 17:1-9) – Culto di Domenica 23 febbraio 2020

Ultima domenica dopo l’Epifanìa

Oggi viviamo più che mai nell’epoca dell’apparire, dell’apparenza ingannevole. L’industria cinematografica è maestra in quest’ambito. Non tutto ciò che “appare”, però, è quello che sembra, sia in positivo che in negativo. C’è chi appare grande, meraviglioso, bello e seducente, ma si tratta di un inganno, perché la realtà è ben diversa. C’è però anche chi appare insignificante, umile, di poco conto e valore, chi “non attira gli sguardi”, che “non fa chiasso” ma che nasconde valori importanti, bellezza, ciò che più conta nella vita. Solo “pochi intenditori” se ne rendono conto, non le persone superficiali che badano all’apparenza.
La gloria e l’identità straordinaria del Salvatore Gesù Cristo era nascosta allora agli occhi dei più e ancora oggi si nasconde nella “orrenda visione” di un uomo inchiodato su una croce. Solo pochi si rendono conto che proprio lì, invece, si nasconde Dio, la sapienza, la bellezza, la nobiltà, il vero amore, la giustizia, la vita, i valori ultimi dell’esistenza, quelli che salvano la nostra miserabile umanità. La gloriosa e unica identità di Gesù di Nazaret Dio la rivela a pochi eletti. Sì, non temiamo di usare questa espressione. E’ ciò che accade, nel testo biblico che oggi consideriamo, nell’episodio evangelico della Trasfigurazione. Gesù un giorno prende con sé i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, e li porta – solo loro – su un monte, dove a essi egli rivela la gloria della sua identità, quella che ai più è nascosta. Si tratta di una sorta di “anteprima” dell’esperienza che I discepoli di Gesù faranno più tardi quando saranno testimoni della Sua risurrezione dai morti, della Sua vittoria sul peccato e sulla morte – anche questa riservata ad un numero limitato di persone. Tutto questo è del tutto coerente con gli eterni propositi di Dio – c’è un motivo ben chiaro – com’é evidente da tutto l’insegnamento biblico per chi, senza pregiudizi, ne affronta lo studio. Leggiamo così il testo di Matteo 17:1-9.
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Paolo Castellina

1 commento

  1. L’ultima frase del capitolo precedente di Matteo dice :”In verità vi dico: Vi sono alcuni dei qui presenti che non gusteranno punto la morte prima di aver veduto il Figliuol dell’uomo venire nel suo REGNO.”

    Ciò che è sempre stato un mistero perché velato e rivelato solo a pochi è il mistero del Regno o i misteri del Regno e in questo caso è la gloria manifestata del Re.
    Pochi realizzano il Regno di Dio e pochi vi entrano. Già ai tempi degli apostoli il Regno si avvicinava all’uomo nella persona di Cristo, guarendo ogni malattia, liberando dai demoni, risuscitando i morti, proclamando la via della salvezza e insegnando, ma tutto ciò era scomodo agli uomini del mondo che vogliono che un altro re governi su loro: “Non vogliamo che costui regni su di noi” e lo hanno ucciso, ma Egli è stato esaltato e ha ogni potere in cielo e sulla terra. Questo lo vedono solo pochi, solo pochi vedono che Cristo già regna ma un giorno questo sarà manifestato a tutti.

    Daniela

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