ALLA “MAGGIORANZA” CHE GUIDA LA CHIESA VALDESE sulle benedizioni alle coppie omosessuali.
- Nell’Ordine del giorno sulle benedizioni alle coppie omosessuali, il Sinodo “esprime con forza la sua convinzione che le parole e la prassi di Gesù, così come esse ci sono testimoniate negli Evangeli, non possono che chiamarci all’accoglienza di ogni esperienza e di ogni scelta improntate all’amore quale dono di Dio, liberamente e consapevolmente vissuto e scelto”. Se qualcuno, membro di Chiesa o “simpatizzante” (come i due “genitori” maschi del battesimo di Roma) o proveniente da altro paese e altra chiesa (come le due “spose” di Trapani) chiedesse di benedire liturgicamente la propria relazione adulterina, poligamica o incestuosa, dichiarando che essa è “improntata all’amore quale dono di Dio, liberamente e consapevolmente vissuto e scelto”, come potrete dire loro di no ?
- Come si concilia con l’autorità del Sinodo lasciare alle singole chiese la decisione sul dare luogo o meno alla benedizione ? Sarebbe lungo l’elenco dei passi dell’ordinamento valdese (a partire dal patto dell’Unione del 1561, rinnovato con l’Unione delle Valli del 1571, confermato nel 1647 e nel 1658) che assegnano senza ombra di dubbio al Sinodo le decisioni di questa portata.
- Che senso ha affidare la decisione alle singole chiese, se una coppia può “andare a farsi benedire” in qualunque comunità ? Forse per non urtare la sensibilità delle chiese dove la maggioranza è contraria ? Ma se è per questo dovrebbe essere tenuta in conto la sensibilità anche dei membri di chiesa contrari anche se in minoranza. E se è una cosa così giusta e doverosa perché lasciare la decisione alle chiese locali ?
- Ora, in un modo o nell’altro, il Sinodo ha preso una posizione, ma come la mettiamo con chi ha agito prima della decisione del Sinodo ? Da ora in poi ogni pastore o ogni chiesa locale potrà prendere le più stravaganti decisioni, in violazione delle norme vigenti, purché poi auspichi una decisione del Sinodo che dia loro ragione ?
- Escludendo per buon senso che le benedizioni alle coppie omosessuali siano l’inizio di una serie di benedizioni alle più svariate associazioni umane (compagni di scuola, soci in affari, aggregazioni sociali varie), non possono che essere interpretate come una accettazione di nuovi tipi di famiglia. Come si concilia questo nuovo tipo di famiglia con il vigente Documento sul matrimonio, approvato dal Sinodo 1971 e tutto improntato sull’unione fra “un uomo e una donna” ? Quali norme del documento del 1971 non sono più valide ?
- Istituiremo un registro delle coppie omosessuali ?
- In caso contrario, poiché la Chiesa Valdese da tempo celebra anche matrimoni dove uno o entrambi gli sposi siano divorziati, e lo status di divorziato è certificato dallo Stato, come ci si comporterà il giorno in cui “Ugo”, di cui si era benedetta qualche tempo prima l’unione con “Carlo”, chiederà di benedire la sua nuova unione con “Gilberto”, oppure con “Gilberta”?
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