Le melodie dei salmi qui riportati sono tratte (salvo diversa indicazione) dal salterio ginevrino, detto anche “Salterio francese” o “Salterio ugonotto”, designate per il canto in lingua francese, nelle chiese riformate, composte fra il 1539 ed il 1562 nella città di Ginevra su richiesta e sotto la supervisione di Giovanni Calvino. Il prof. Paolo Ricca scrive nell’introduzione ai Salmi della Riforma (con versioni di Emanuele Fiume, tendenti alla parafrasi più che una traduzione puntuale del testo, editi dalla Claudiana):
«Cantare i salmi equivaleva ad essere riformato. Tanto che quando, nel corso del Seicento, i riformati francesi cominciarono ad essere fatti oggetto di angherie e di sempre maggiori restrizioni dell’esercizio della loro fede […] uno dei divieti ricorrenti fu quello di cantare i salmi non solo nei luoghi pubblici “ma anche nelle loro case, a meno che li cantino a voce così bassa che non possano essere uditi dai passanti e dai vicini”. Il divieto del canto del salmo era il preludio al divieto della fede riformata.»
Oggi tale divieto verrebbe (o sarà) giustificato dalla necessità di “non offendere” gli atei e i fedeli di altre religioni! In molti paesi, anche presunti paesi liberi e cristiani, già vigono leggi simili.
Per quanto riguarda i testi sono in parte quelli delle versioni di Emanuele Fiume, e in parte di Lucio (lo indicheremo presto per ciascuno). Alcuni audio contengono una lettura e una introduzione. Il canto è eseguito da Daniela Michelin-Salomon e da Lucio Malan (che in alcuni casi ha scritto la musica del tenore), in alcuni casi con l’accompagnamento della chitarra di Simone Caneparo.