Diciassettesima Domenica dopo Pentecoste
Letture bibliche:Salmi 78:1-16; Esodo 17:1-7; Filippesi 2:1-13; Matteo 21:23-32
Come gran parte dei profeti dell’Antico Testamento, Gesù di Nazareth non faceva parte delle istituzioni dell’establishment politico e religioso del suo tempo. Era una voce libera e critica, unica e non classificabile secondo i criteri di questo mondo. Quello che diceva e faceva dava parecchio fastidio perché metteva allo scoperto, denunciandola, la corruzione morale e spirituale dovunque si annidasse, per far ritornare istituzioni e singoli alla loro vocazione originaria, quella stabilita dal Creatore.
Le istituzioni politiche e religiose devono essere strutture di servizio. Non di rado, però, diventano corrotte e tiranniche. E’ capitato per le istituzioni dell’antico Israele in certi periodi storici e capita talvolta per la chiesa cristiana. E’ allora che Dio stesso le interpella chiamandole al ravvedimento e spesso lo fa attraverso voci profetiche libere, esterne al loro ambito. Questo loro non garba e se quelle voci profetiche non riescono a controllarle, cercano di farle tacere. Come molti antichi profeti Gesù non faceva parte dell’establishment politico e religioso. La sua predicazione ed opere davano parecchio fastidio. Lo vediamo oggi in un testo del vangelo secondo Matteo dove Gesù è in aperta polemica con gli esponenti delle istituzioni.
“Quando entrò nel tempio, i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si accostarono a lui, mentre insegnava, e dissero: «Con quale autorità fai tu queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». E Gesù, rispondendo, disse loro: «Anch’io vi farò una domanda, e se voi mi risponderete, io pure vi dirò con quale autorità faccio queste cose. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Ed essi ragionavano tra loro dicendo: «Se diciamo dal cielo, ci dirà: “Perché dunque non gli credeste?”. Se invece diciamo dagli uomini, temiamo la folla, perché tutti ritengono Giovanni un profeta». E risposero a Gesù dicendo: «Non lo sappiamo». Allora egli disse loro: «Neanch’io vi dirò con quale autorità faccio queste cose». «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli e rivolgendosi al primo disse: “Figlio, va’ oggi a lavorare nella mia vigna”; ma egli rispose e disse: “Non voglio”; più tardi però, pentitosi, vi andò. Poi, rivoltosi al secondo gli disse la stessa cosa. Ed egli rispose e disse: “Sì, lo farò signore”, ma non vi andò. Chi dei due ha fatto la volontà del padre?». Essi gli dissero: «Il primo». Gesù disse loro: «In verità vi dico che i pubblicani e le meretrici vi precedono nel regno dei cieli. Poiché Giovanni è venuto a voi per la via della giustizia, e voi non gli avete creduto, mentre i pubblicani e le meretrici gli hanno creduto; e voi, nemmeno dopo aver visto queste cose, vi siete ravveduti per credergli»” (Matteo 21:23-32).
Le istituzioni ufficiali di una nazione o di un’organizzazione religiosa sono utili strutture di servizio. Quando, infatti, chiamiamo chi le gestisce “ministri”, l’etimologia della parola stessa indica che si tratta di servitori. Come ogni altra cosa in questo mondo, però, le istituzioni possono corrompersi…
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