Quando a discriminare (giustamente) è Dio (Matteo 11:25-30) – Culto di domenica 5 luglio 2020

L’articolo 3 della Costituzione della Repubblica italiana afferma: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Per promuovere questo giusto principio è necessario adoperarsi affinché sia eliminato ogni tipo di discriminazione nell’ambito della società civile. Il problema oggi, però, è che il principio dell’uguaglianza è stato così assolutizzato che non solo hanno buon gioco quelle ideologie che vorrebbero livellare, omologare e cancellare ogni differenza fra le persone ad ogni livello, ma vi è anche chi, nelle stesse chiese cristiane, al principio assolutizzato dell’uguaglianza, vorrebbe piegare l’intera dottrina cristiana, come se le chiese avessero come unico loro obiettivo quello di “lottare contro le discriminazioni”!

Chi considera la Bibbia come inerrante ed inalterabile Parola di Dio, però, rivelazione del suo carattere e volontà, sa bene che Dio (il Dio vero e vivente) opera precise distinzioni nell’ambito del creato e dell’umanità, che la sua Legge morale separa e distingue. Non solo, ma che Dio, secondo il suo sovrano beneplacito, sceglie e privilegia, anzi, opera giuste discriminazioni – cosa che al solo menzionarla, fa “rizzare i capelli in testa” a certi fanatici sostenitori moderni dell’uguaglianza!

Di fatto, c’è una sola uguaglianza di base nell’attuale ambito dell’umanità: “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23); a causa del peccato che ci accomuna, tutti sono condannati ad una giusta sentenza: la perdizione. La grazia della salvezza in Cristo riguarda solo coloro ai quali Dio decide sovranamente di accordargliela, non tutti! Questo è il chiaro insegnamento del Nuovo Testamento.

Le giuste discriminazioni operate da Dio sono bene evidenziate nelle parole del Signore Gesù Cristo che troviamo nel vangelo secondo Matteo al cap. 11 dal verso 25 al 30, quello sul quale rifletteremo oggi. Ascoltiamolo:

“In quel tempo Gesù prese a dire: “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così ti è piaciuto. Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce il Figlio, se non il Padre… 

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