Il segno più grande dell’identità di Gesù (Giovanni 11:1-45) – Culto di domenica 29 marzo 2020

FORMATO BREVE CULTO
Sebbene grandi siano stati fin ora i progressi dell’umanità sotto molti aspetti, il mondo che abitiamo non sembra più reggere a questo costante sviluppo e sembra inesorabilmente collassare. Molti si rendono conto come tutto questo progresso sia di fatto pregiudicato da un’umanità che non è affatto progredita dal punto di vista morale e spirituale, nonostante i tentativi di elevarla. “C’è qualcosa che non va” al cuore dell’essere umano stesso. Il dominio delle forze del male della morte sembra invincibile. La “medicina” che può curare il cuore umano, però, esiste ed è la persona e l’opera del Salvatore Gesù Cristo. I più, ciononostante, si rifiutano di assumerla, questa medicina, o ne fanno uso in modo difforme dalla posologia che ne deve accompagnare l’uso. Questo aggiunge frustrazione a frustrazione per chi crede in essa e fa esperienza della sua efficacia. Oggi rifletteremo su un episodio del vangelo dove chiaramente egli mostra chi è quali siano i suoi poteri, quello della risurrezione di Lazzaro in Giovanni 11.
Siamo a tutti gli effetti immersi in un mondo che non è più quello che Dio aveva creato sin dall’inizio…

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