Certo, il Natale è sempre più distante dall’evento che dovrebbe ricordare: la nascita del Messia, tante volte profetizzata nell’Antico Testamento. L’adempimento della promessa di Dio ad Abramo: “e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Genesi 12:3). La conferma dell’inaspettata affermazione di Dio, rivelata dal profeta Natan al re Davide: “il suo trono sarà reso stabile per sempre” (I Cronache 17:14).
In questi giorni vediamo tutt’altro: luci, mangiate, frenesia di acquisti, pupazzi con addosso caricature dei paramenti vescovili (San Nicola/Santa Claus/Babbo Natale), slitte, renne… Del resto, diverse chiese cristiane – tra cui oggi i pentecostali italiani e un tempo i puritani della colonia secentesca di Boston – non celebrano questa ricorrenza.
Ma se un solo uomo o una sola donna sarà portato ad avvicinarsi a quel Gesù, il cui nome indica il concetto “Dio salva”, magari perché desideroso di sapere di più sull’origine di queste sfarzose feste, sarà ancora una volta un vero Buon Natale. A dispetto di attacchi, pessimismi e tiepidezza di tanti noi cristiani, ogni giorno vi sono nuove conversioni a Gesù.
“Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini, su cui si posa il suo favore”. (Luca 2:14)
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