di Marco Soranno
(Segue dalla prima parte)
Chi rappresenta la luce del mondo oggi? Vi sono denominazioni che proclamano di essere l’unica espressione legittima della luce del mondo, ma ciò è fuorviante, perché la metafora della luce è rivolta al gruppo dei discepoli, gruppo piccolo e perseguitato. Gesù coinvolge tutta la Chiesa, non soltanto quelli che da molti sono considerati “addetti ai lavori” (teologi, pastori e predicatori).
V’è un richiamo all’Antico Testamento, poiché Israele fu chiamato da Dio ad essere Luce delle nazioni (Isaia 42:6; 49:6). Allo stesso modo, la Chiesa è da Lui chiamata a svolgere il medesimo ruolo, perchè tutto il Corpo di Cristo attraverso le epoche (Universale) e in ogni luogo (Locale) illumina il mondo (i Cristiani non debbono coltivare soltanto tra loro la speranza in Gesù, altrimenti diventano una consorteria).
Come intendere la parola mondo? Non pochi tra noi ne fanno una applicazione che risulta drastica: tutto ciò che riguarda noi “non piace a Dio” ed è prossimo ad esser distrutto. Ma non è così, perché il mondo è oggetto dell’amore di Dio (Giovanni 3:16) e proprio per questo va evangelizzato, non “bannato”.
Le persone hanno bisogno d’essere illuminate per poter capire la loro condizione peccaminosa, dovuta alle tenebre che separano da Dio.
Il pronome voi è enfatico. Se il cristiano è fedele alla sua missione, avendo accettato Gesù come luce del mondo, diverrà riflettore di questa luce.
Occorre dire cosa significhi essere luce per noi, oggi:
1] La luce vince le tenebre: Non è uno slogan. La luce è da sempre simbolo della presenza di Dio, che ha suscitato la Chiesa affinché vinca le tenebre del peccato e dell’ignoranza, rettificando gli errori e annunciando l’Evangelo ai perduti, affinché si ritrovino. La missione della Chiesa viene meno se prevale la tendenza a sminuire la gravità del peccato, poiché ancora oggi vi sono quelli che mutano la luce in tenebre (Isaia 5:20). Parlare di tenebre che accecano l’umanità per molti sa di “medioevo”, eppure è una verità senza tempo, proprio come lo è la promessa di Dio di vincere le tenebre.
2] La luce serve per indicare la direzione: Nell’annunciare la Buona Notizia, siamo tutti coinvolti quale popolo di convertiti: Il popolo che camminava nelle tenebre, vede una gran luce; su quelli che abitavano il paese dell’ombra della morte, la luce risplende (Isaia 9:1).
L’Evangelo invita alla conversione, cioè al cambio di direzione/comportamento.
Nel condurre a Cristo gli altri, indichiamo loro la strada giusta da seguire. La via per guadagnare il Cielo? No, ma il modo di ricevere il Cielo dentro di noi. Il nostro stile di vita testimonia il cammino che si è intrapreso in Cristo, ma dobbiamo ricordarci che in quanto Cristiani, siamo guidati dalla Parola (Salmo 119:105), dal precetto e dall’insegnamento (Proverbi 6:23). Quindi la dottrina è importante.
3] La luce significa separazione: Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre (Genesi 1:4). In vista della nuova creazione (Matteo 19:28), Dio ci separa, o ci mette a parte, per uno scopo: appartenergli appieno. La luce di Cristo esorta a santità tutti quelli che Egli chiama (Romani 8:30). Ci separiamo dalle cose del mondo (1Giovanni 2:15) ma non compiamo una fuga dalla vita! dobbiamo viverla come dono anziché peso, a motivo della nuova umanità che abbiamo ricevuto in Gesù. Soltanto così, i cristiani non rimarranno al di sotto del livello morale indicato nel Sermone sul monte.
(seconda parte – continua)
Splendida riflessione …