La modernità e l’abolizione della teologia – (I “teologi” di oggi riciclano scritti del XIX secolo)

di Giovanni Borrelli

Riporto una serie di citazioni tratte dall’opera di F.Engels Ludovico Feuerbach e il punto di approdo della filosofia classica tedesca, cosi come sono state rese nelle “Edizioni in lingue estere”, Mosca, 1947. Le osservazioni engelsiane, forse sarebbe meglio dire considerazioni, possono aiutare a capire molti aspetti del nostro attuale modo di pensare e, addirittura, di credere. “La verità che la filosofia doveva conoscere era per Hegel… nel processo

Friederich Engels (1820-1895)

della conoscenza stessa… nella lunga evoluzione storica della scienza, che si eleva dai gradi inferiori… a gradi sempre più alti, senza però giungere mai, attraverso la scoperta di una cosiddetta verità assoluta, al punto in cui non si può più avanzare…”(p.9). “Si lascia correre… e si dà la caccia… alle verità relative accessibili per la via delle scienze positive…”(p.13), “la politica era… un terreno assai spinoso, e perciò la lotta principale fu contro la religione… Il primo attacco lo aveva dato la di Strauss nel 1835. Alla teoria della formazione dei miti evangelici svolta in questo libro si oppose più tardi Bruno Bauer, dimostrando che una grande parte delle narrazioni evangeliche vennero inventate dagli autori stessi”(p.15). “La natura esiste indipendentemente da ogni filosofia; essa è la base sulla quale siamo cresciuti noi uomini, che siamo pure prodotti della natura; oltre alla natura e agli uomini, non esiste nulla, e gli esseri più elevati… sono soltanto il riflesso fantastico del nostro proprio essere”(p.16). “Non è il bisogno di consolazione religiosa, ma l’imbarazzo, proveniente dalla generale ristrettezza mentale, circa quello che si dovesse fare dell’anima dopo la morte del corpo… che ha condotto alla noiosa finzione dell’immortalità personale”(p.18). “Egli (Feuerbach) non vuole affatto sopprimere la religione, egli vuole completarla… E cosi l’amore sessuale e il legame sessuale vengono divinizzati, unicamente perché non scompaia dal linguaggio la parola religione, cara alla memoria idealista” (pp.30,31). “Esiste del resto un legame molto stretto tra l’alchimia e la religione. La pietra filosofale ha molte proprietà analoghe a quelle divine, e gli alchimisti greco-egiziani dei primi due secoli dell’era volgare hanno avuto la loro parte nella formazione della dottrina cristiana, come provano i dati forniti da Kopp e Berthelot”(pp.31,32). “Le ideologie ancora più elevate, cioè ancora più lontane dal sostrato materiale, economico, prendono la forma della filosofia e della religione… La religione è sorta, in un’epoca molto lontana e primitiva, dalle rappresentazioni sbagliate e primitive degli uomini circa la loro natura e la natura esteriore che li circonda”

Ludwig Feuerbach (1804-1872)

(pp.53,54). “La nuova religione mondiale, il cristianesimo, era già sorta silenziosamente da una miscela di teologia orientale, specialmente giudaica, e di filosofia greca, specialmente stoica, volgarizzata… Nel Medio Evo, nella misura in cui il feudalesimo si sviluppava, il cristianesimo si trasformava nella religione corrispondente al feudalesimo con una corrispondente gerarchia feudale. E quando sorse la borghesia…si sviluppò l’eresia protestante… con gli Albigesi…”(p.55). I periodi citati consentono di tracciare alcune linee-guida che, in modo conscio o inconscio, governano non solo le nostre modalità di interpretare avvenimenti, persone, situazioni, ma – soprattutto – condizionano i nostri comportamenti quotidiani. Queste linee-guida possono essere riassunte nelle seguenti affermazioni: 1) esiste una lunga evoluzione storica della verità che da gradi inferiori arriva a gradi sempre più alti, 2) questa verità non è qualcosa di assoluto, ma un insieme di verità relative accessibili alle scienze positive, 3) in società governate da modi di produzione arretrati, la lotta politica parte dalla religione, per impostare – come punto d’arrivo – la questione del potere e della trasformazione della società, 4) non esistendo nulla oltre la natura e gli uomini, va da sé che i racconti religiosi – in questo caso le narrazioni evangeliche – sono o miti collocati nei gradi inferiori dell’evoluzione storica, o pure invenzioni, 5)essendo la natura e l’uomo le uniche realtà, le consolazioni religiose sono prima ancora che false, inutili; l’immortalità personale è una “noiosa finzione” come inutile è il voler preservare una qualche funzione alla religione, 6) la religione, d’altra parte, prende forma nel periodo più primitivo dell’evoluzione storica dell’uomo ed è destinata a estinguersi nei gradi superiori dell’evoluzione storica medesima. In ultima analisi il processo storico, riportando gli uomini al loro sostrato materiale, evidenzierà in modo incontrovertibile non solo l’inutilità della religione-cristiana in particolare – ma anche i vari strati che la compongono (pietra filosofale e proprietà divine).

(prima parte)

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