Riceviamo da varie fonti segnali d’allarme su un/a candidato/a pastore/a. Pare che, conducendo un culto presso una residenza per anziani, indispettito/a perché la preghiera di un’anziana sorella era stata troppo lunga, abbia sostituito al sermone tirate di carattere personale contro mezzo mondo – senza toccare in nessun modo questioni bibliche o comunque di fede, che più di una volta si sono viste e sentite persone piangere, ma non precisamente perché toccate dallo Spirito di pentimento o dalla Grazia. Avrebbe affermato di scavalcare i cancelli delle abitazioni altrui quando è in ritardo, declama con toni truculenti brani biblici in ebraico per sfoggiare i propri studi (che ogni pastore ha, o dovrebbe aver fatto).
Si racconta che i pastori titolari siano in grande imbarazzo quando arriva. E, soprattutto, si dice che solo chi l’ascolta può capire l’impatto negativo della sua predicazione. Sarà vero? Mai fidarsi dei pregiudizi, specie se negativi.
Noi preghiamo che sia esattamente l’opposto: che sia un predicatore appassionato, che voglia scuotere le coscienze, che ciò che si racconta sia frutto di malintesi. Come sempre, questo sito – condannato dal Sinodo – è pronto a raccogliere le opinioni e le fonti più diverse. Ma che, da quando questa persona è in Val Pellice, siano decine le persone fortemente scandalizzate è una cosa certa. Se queste decine di persone hanno torto, sarebbe bene fosse fatta opera di convincimento – e non solo ignorare il problema e poi emarginare chi non è d’accordo. Se invece hanno ragione, andrebbe ricordato che essere consacrati pastore è cosa serissima e non è un “diritto” che si acquista.
[Alla fine, la candidata pastora non è stata consacrata, confermando le voci che abbiamo riportato, ma ci è arrivata davvero vicino. Come è potuto accadere che una persona così sia stata ritenuta idonea al pastorato dai professori della Facoltà Valdese di Teologia? Leggendo, anche in questo sito, cosa dicono alcuni di loro, purtroppo non c’è molto da stupirsi]
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