Se si fa una ricerca su Internet sul termine «valdese» anche solo per quanto riguarda le immagini, la prima cosa che salta all’occhio è che alla tradizionale iconografia delle storiche «valli valdesi» (edifici, luoghi, emblemi e folclore) vengono automaticamente subito associate immagini che riguardano le rivendicazioni del moderno movimento sodomita (gay pride, “matrimoni omosessuali”, ideologia gender). Lo stesso spesso capita se si fa un’inchiesta fra il pubblico in genere che, per quanto ignorante, la prima cosa che gli viene in mente quando pensa a “valdesi” è associarne il nome ai “matrimoni omosessuali”.
A qualcuno degli attuali conduttori della “chiesa valdese” questo per loro è persino motivo di vanto perché, nella loro folle immaginazione, essi ritengono di essere paladini della libertà, di “ogni libertà”. Difatti, approfondendo la cosa, nell’immaginario collettivo viene fuori come il termine “valdese” sia associato di volta in volta non solo alle rivendicazioni dei sodomiti, ma anche alla “libertà di abortire”, al peggiore femminismo, all’ambientalismo fanatico, alle lotte dell’estrema sinistra politica, per non parlare della “libertà dai dogmi”. In quest’ultimo caso, oggi il tipico “pastore valdese” sembra avere il gusto perverso, persino dal pulpito, di contraddire e smontare (loro dicono “reinterpretare”), ogni singola dottrina non solo delle confessioni di fede della Riforma, ma persino quelle fondamentali del Credo apostolico.
Non ultimo, “sapientemente” imbeccati dagli insegnanti della “facoltà valdese”, è l’intera Bibbia che, nelle loro mani, diventa “carta straccia”. Tutto questo, e altro, è ciò che oggi passa insieme al nome “valdese”, il peggio del peggio! Infatti, oggigiorno, al nome “valdese” vengono associate ogni sorta di devianze (non solo nel campo morale ma anche dottrinale)! Se un tempo i valdesi rispondevano alle accuse dei loro avversari dicendo: “No, no, noi non siamo così, queste sono solo ingiuste calunnie”, oggi i loro moderni “eredi” dicono: “Sì, sì, tutto vero!” e di “trasgredire” (ogni decenza) persino se ne vantano, facendosi paladini di ogni malintesa libertà, che di fatto è libertinaggio. La lotta della Ginevra di Calvino contro i libertini della città (che allora abbondavano) vedrebbero i moderni valdesi non più come loro alleati, ma fra i loro peggiori nemici! Già, altro che “eredi del valdismo” e “continuatori della Riforma”.
Il Nuovo Testamento saprebbe come identificarli. In questo testo basta sostituire il termine “Giudei”: “Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana. …Ecco, ti do alcuni della sinagoga di Satana, i quali dicono di essere Giudei e non lo sono, ma mentono; ecco, io li farò venire a prostrarsi ai tuoi piedi per riconoscere che io ti ho amato” (Apocalisse 2:9; 3:9). Come pure: “Perché si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo” (Giuda 4).
Già, chi ce lo fa fare a portare il nome di valdesi quando oggi, dal punto di vista di chi vuole onorare Dio e la Sua Parola, sembra solo sinonimo di infamia? Beh, in difesa dei loro antenati e contro i loro falsi eredi, e promuovendo ciò per cui hanno lottato e sono morti, questo sì che vale la pena! Facciamoci sentire senza paura!
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