“Isolarci nel privato e nell’interiore”. Noi siamo infatti convinti che l’Evangelo è precisamente e anzitutto un fatto individuale, privato e interiore. La parabola del figlio prodigo esprime questa verità dicendo che questi, dopo aver sperperato i beni di suo padre, “rientrò in se stesso” e nella solitudine del suo essere, anche se ancora lontano, si ritrovò di fronte a suo padre. Appunto come ciascuno di noi, alla fine si ritroverà perfettamente solo davanti a Dio (ma il credente avrà accanto a se un Avvocato difensore),
Questo “isolamento” è il primo e indispensabile passo che dobbiamo compiere come individui e come Chiesa. Ma non è affatto vero che ciò significhi rinchiudersi nella nostra pietà individuale, insensibili alle sofferenze del mondo. Chi parla di una Chiesa = ghetto, può farlo, ma non riferendosi alle Chiese del Risveglio. Basta leggere un qualunque manuale di storia della Chiesa per rendersi conto dell’imponente massa di opere sociali sorte precisamente come risultato di quel Movimento.
Tutti i discorsi su fede e politica, impegno nel mondo, Chiesa aperta al mondo ecc. rischiano di essere press’a poco inutili se non si hanno delle idee ben chiare sulla natura della Chiesa. E’ ben ben comprensibile che il mondo, angosciato per la visione della valanga che gli sta per precipitare addosso (conflitto nucleare, esaurimento delle fonti di energia, droga, terrorismo, inquinamento dell’ ambiente decadimento dei valori morali ecc.) s rivolga perfino alle Chiese e chieda loro di dargli una mano per allontanare la catastrofe. Ed è incomprensibile che nella Chiesa molti pensino che sia giusto rispondere a questi S.O.S., affiancandosi a qualche partito politico, praticamente a quelli di ispirazione marxista. Ma qual è stato l’intervento di Gesù Cristo: quello di allearsi alle utopie filosofiche per ritrovare tutti insieme il paradiso perduto, ovvero il Signore ha inteso fondare un’altra società, appunto la Chiesa? Se questa è stata la sua intenzione, allora la “la Chiesa di Dio che è in Corinto (1Corinzi 1:2), cioè là dov’è il trono di Satana (Apoc 2:13) è chiamata ad essere come la profezia della nuova creazione, che non si attuerà per opera dell’uomo. Riprendendo la predicazione apostolica, la Chiesa esorterà gli uomini: “salvatevi da questa perversa generazione”.
Ci sembra che gli argomenti che ci vengono proposti su questi temi dovrebbero essere confrontati con la Scrittura, altrimenti continueremo a esprimere le nostre convinzioni personali, sempre rispettabili, ma che valgono quello che valgono.
Vigilantius
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