Il popolo che camminava nelle tenebre, vede una gran luce; su quelli che abitavano il paese dell’ombra della morte, la luce risplende (Isaia 9, 1)
Cari nel Signore,
vorrei condividere questo versetto con quanti si sentono ancora popolo di Dio e Chiesa di Gesù Cristo, nonostante le delusioni avute dal mondo religioso.
La luce che vediamo dissipa le tenebre che avviluppano le Chiese, ed è la luce del Signore Gesù derivante dalla Sua Parola. Non la teologia asservita al mondo (così precaria ed illusoria) ma la teologia della Parola ci supporta lungo il cammino.
Anni fa, divenni membro della Chiesa Valdese perché volevo affermare i principi della Riforma che rinnovarono la mia vita di fede. Affascinato dal valore storico del nome valdese, ben presto mi confrontai con una realtà che contrastava con la mia identità cristiana. Più conoscevo i discutibili criteri che regolavano il mondo valdese, più mi ancoravo ai principi della Riforma, alla sana dottrina (Tito 2,1).
Non ho mai voluto guerreggiare con nessuno né intendo farlo ora, perché il combattimento non è contro carne e sangue (Efesini 6,12) ma debbo dire che non mi identifico più con questo modo di fare. Rispetto le persone [che rimangono sempre compagni d’umanità] ma non posso condividere il loro modo di fare. Lungi dal conferire [e revocare] patenti di cristianità, esorto il popolo valdese a tornare ad una condizione di piena evangelicità. La Chiesa Evangelica Valdese deve riconoscersi davvero giudicata dalla Sacra Scrittura, anziché adeguare la Parola di Dio all’andazzo del mondo in nome di un ideologia così stereotipata e priva di spessore, perché il peccato non è semplicisticamente una mancanza d’amore, ma anzitutto violazione della Legge (1 Giovanni 3,4), e se viene meno il concetto della Legge, allora urge tornare a capire la differenza tra ciò che è sacro e quello che è profano (Ezechiele 44,23) e chi serve Dio e colui che non lo serve (Malachia 3,18).
Se il lessico valdese oggi appare impoverito di parole come redenzione, conversione e peccato è perché si sono smarriti quei sentieri antichi (Geremia 6,16), che come S.A.V. abbiamo deciso di ripercorrere con gioia e semplicità di cuore, convinti che la Parola di Dio interpelli e trasformi ancora.
Cosa dice Gesù? Nessuno, quando ha acceso una lampada, la mette in un luogo nascosto o sotto un vaso; anzi la mette sul candeliere, perché coloro che entrano vedano la luce (Luca 11,33). La luce di Cristo in noi, radicata sulla Parola di Dio, non va nascosta in nome del quieto vivere, e se è vero che mondo non fa sempre rima con immondo, non significa che la testimonianza debba venire meno per guadagnare consensi.
A quanti sostengono una fede così condizionata dal mondo, ricordo l’invito di Gesù: Sta’ quindi attento che la luce che è in te non sia tenebre (Luca 11,35).
Dio ci benedica.
Marco Soranno
Grazie come sempre per la tua testimonianza Marco!
La tua testimonianza mi ha talmente fortificata, Marco, che la condivido su tutti i facebook SAV, compreso “valdesi nel mondo”. Grazie!