Al prestigioso gruppo Facebook “Riforma protestante in Italia” non è andato giù il nostro articolo sul fatto che proprio quel gruppo aveva “bannato” dai suoi aderenti Sentieri Antichi Valdesi. Che significa “bannare”? Significa escludere un utente da un gruppo: quell’utente non può più comunicare le proprie idee, i suoi messaggi non compaiono più. La parola viene dall’inglese “to ban”, che in italiano si traduce “mettere al bando”, “bandire”, e chi ha subito il “bandire” è – per definizione – un “bandito”. La moderna pigrizia linguistica ha fatto preferire in italiano la trascrizione del verbo inglese alla sua traduzione, peraltro molto facile perché “to ban” e “bandire” hanno ovviamente la stessa radice. Per la verità, ci piace l’idea di essere “banditi”, esattamente come erano definiti Giosuè Gianavello e i suoi coraggiosi compagni.
Nel titolo usammo il verbo “scomunicare”, in modo ironico, e nel testo scrivemmo che SAV era stata bannata/bandita/scomunicata. La parola “scomunicare”, peraltro, è anche appropriata perché “bannare” vuol proprio dire “impedire di comunicare”.
I pensosi signori del gruppo “Riforma protestante in Italia”, quelli sempre lì a parlare di “accoglienza, inclusione, superamento dei pregiudizi”, non hanno minimamente risposto alle nostre sgradite argomentazioni, non hanno provato a spiegare come si concilia la loro “accoglienza” con il chiudere la bocca a chi non la pensa come loro, ma hanno dottamente e seriosamente disquisito sul fatto che la parola “scomunica” era inappropriata. “Nessuno ha scomunicato nessuno. Questo è un gruppo con delle regole di convivenza civile. Chi sottostà a queste regole deve sentirsi al sicuro qui.”, dice il pastore Ciaccio. Le regole, non scritte da nessuna parte, sono: non dire nulla che dispiaccia a lor signori, specialmente se lo si fa in coerenza con le Scritture.
Seguono altre carinerie di Luca Pasquet che ci accusa di criticare un libro senza leggerlo, quello con postfazione della pastora Letizia Tomassone. In realtà è sulla postfazione, disponibile su internet, che si appuntano le nostre critiche. Per il resto del libro, ci bastano il titolo blasfemo e l’indice con blasfemie e ci fidiamo di quanto ne dice la professoressa di teologia Tomassone.
La parola definitiva ce l’ha un pastore, Emanuele Fiume: “una Chiesa che si dà liberamente una disciplina evangelica, è legittimata a “scomunicare” coloro che persistono in comportamenti od opinioni per dividere il corpo di Cristo”. È una frase importante e corretta che dobbiamo meditare: cosa divide una chiesa più del rinnegamento quotidiano, pervicace e persino dichiarato di quella confessione di fede che un giorno si è solennemente sottoscritto e che l’ordinamento della chiesa ricorda essere il contenuto di quanto essa stessa deve proclamare ?
Giampiero Giancipoli:
“L’eretico fedele
In un articolo pubblicato dall’associazione Sentieri Antichi Valdesi alla quale aderisco, sono degne di attenzione alcune parole del pastore “valdese” Emanuele Fiume, da questi usate per giustificare il bavaglio a ogni opinione contraria al pensiero unico dominante nella moderna Chiesa Valdese.
Queste le parole di Fiume: “una Chiesa che si dà liberamente una disciplina evangelica, è legittimata a“scomunicare” coloro che persistono in comportamenti od opinioni per dividere il corpo di Cristo”. (Enfasi aggiunta).
C’è un razionale”biblico” per questa posizione? Si c’è, lo troviamo in Tito 3:10. Ma è interessante vedere cosa dicono le varie versioni.
Ammonisci l’uomo settario… poi evitalo -Nuova Riveduta
Sta’ lontano da chi è fazioso – CEI
Evita l’uomo settario – Nuova Diodati
L’uomo settario… evitalo – Riveduta (Luzzi)
Se qualcuno provoca fra voi delle divisioni– Bibbia della gioia.
Quindi tutte le versioni dicono la stessa cosa?Niente affatto.
Schiva l’uomo eretico -traduce Diodati.
Nell’inglese la differenza diventa anche più stridente:
Warn a divisive person. NIV
Reject a divisive man. NKJV (ovvero quella che si “spaccia” come un semplice ammodernamento della AV)
A man that is an heretick…reject. AV
Come si vede nell’inglese ci si spinge fino a parlare di un uomo che divide, che causa divisioni (idea ripresa anche dall’eccentrica Bibbia della Gioia).
Se proprio si vuole scomodare il greco, tutte le edizioni del Nuovo Testamento riportano la parola αἱρετικὸν, aireticon che non occorre una scienza per capire cosa significa. Il solo grave problema con la traduzione, o meglio traslitterazione, “eretico” è la sua scorrettezza politica, l’accezione negativa affibbiatagli dalle moderne agenzie culturali, che la associano a processi sommari di vittime innocenti, torture e roghi, là dove il significato biblico non è altro che colui che si fa portatore di insegnamenti contrari alla “sana dottrina” (anche questa espressione ahimè carica di connotati pesanti). Il comandamento di esclusione verso tali persone permea tutto il Nuovo Testamento. E giusto per citare l’apostolo dell’”amore”, Giovanni, egli giunge perfino a dire che coloro che non portano la sua dottrina non devono essere né accolti né salutati. Non devono essere fatti entrare nella chiesa. E il passaggio di Tito in maniera complementare ordina di espellere tali persone se invece vi fossero già presenti.
Ma dato che nelle moderne, più “aggiornate”, più “leggibili” versioni non si parla più dell’eretico, chi si intende allora oggi per settario, per fazioso, per l’uomo che divide? Ve lo ha appena spiegato il pastore Fiume. È il fedele coscienzioso, che fa notare e denuncia cose che magari nessuno nota o che, se si notano, appaiono ai più normali, del tutto innocue se non addirittura buone o auspicabili. Cose come ad esempio proprio l’eretico, il quale spesso si presenta lindo e pulito, sorridente, alla mano, e che con modi cortesi e parole dolci si guadagna la stima della chiesa riuscendone spesso a raggiungerne anche il pulpito. Dal quale predica tematiche rassicuranti come “cerchiamo il Signore con un cuore sincero”, “accoglienza”, “consacrazione”,”amore”, tutte dall’apparenza gradevole e positiva, ma che se fossero un attimino valutate un po’ più in profondità (una attività troppo “negativa” e pertanto settaria) si rischierebbe di rivelarne il carattere sovversivo.
Ed ecco così operarsi un capovolgimento una volta impensabile: il fedele coscienzioso è un corvo, è una cassandra, è”troppo negativo” e viene per questo “emarginato”, se non addirittura espulso, bandito o scomunicato, perché settario, mentre l’eretico è invece accolto perché cordiale, cortese, ottimista, positivo. Oh non sempre, beninteso, talora è negativo pure lui, giusto quelle volte che occorre stigmatizzare e scomunicare il povero fedele settario e divisivo che ha la franchezza e il coraggio di denunciare l’eretico per quello che è.
E’ accaduto nelle chiese storiche, ormai soverchiate dall’eresia liberale come la sentenza del pastore Fiume bene esemplifica, e indicazioni ci sono che stia accadendo ormai anche nelle cosiddette chiese “conservatrici” sempre più intolleranti alla setta dei fedeli.”
Condivido il commento per cui ringrazio Daniela e Giampiero Giancipoli