“Si dirà: “Aggiustate, aggiustate, preparate la via, togliete gli ostacoli dalla via del mio popolo!” (Isaia 57:14).
Alcuni ostacoli del pensiero “liberale” da togliere di mezzo, affinché la via sia preparata per il popolo.
1° ostacolo: “L’idea che l’uomo debba liberarsi da ogni condizionamento trascendente e che debba sottoporre ogni precedente certezza alla propria critica”
2° ostacolo: “Il principio che la riflessione teologica debba partire dal sentimento religioso innato nell’uomo anziché dalla rivelazione”.
3° ostacolo: “L’insegnamento che la Parola non sia più l’autorità della rivelazione divina e il fondamento della fede, ma semplicemente un mezzo di espressione di quest’ultima”.
4° ostacolo: “Il fatto di ritenere possibile un processo di miglioramento e d’elevazione progressiva dell’uomo, con l’insegnamento che la pratica morale debba esprimere tutta la religiosità perché si ritiene che il cristianesimo sia azione e non contemplazione”.
5° ostacolo: “La convinzione, oramai largamente diffusa, che la Scrittura non sia più la Parola di Dio, ma la registrazione dei pensieri e delle esperienze di uomini particolari”.
6° ostacolo: “Il vanto che la ragione e l’esperienza umana debbano essere poste su un piano superiore alla Parola di Dio”.
7° ostacolo: “Il processo che la Bibbia debba essere intesa come un’illuminazione di verità generali atte a stimolare la comprensione di quella rivelazione progressiva che non si esaurirebbe con Gesù di Nazaret.
Alcune cose non le capisco.
1)chi è l’uomo che si deve liberare dal condizionamento del trascendente, l’essere umano in generale o il credente.
Perchè mai sottoporre ad esame critico ogni certezza che abbiamo è un male? Potremmo avere certezze negative anche alla luce del volere Divino e non essercene mai accorti?
2) condivido pienamente.
3)la forza e la imprenscnindibilità della bibbia sta nella Sua autorevolezza, comunque la si interpreti letteralmente o no, che si ritenga inalterata espressione di Dio o viziata e sminuita dalla trasposizione umana (in questo caso in un libro). Pienamente d’accordo.
4) porto avanti un discorso di avvenuta dogmatizzazione del principio protestante che la fede è vita vissuta e perciò espressa nella vocazione. L’estremizzazione di questo principio aliena da quello che per un credente è la dimensione verticale, cioè il rapporto con il Signore, che essendo Spirito e verità ha come dire “due dimore”, una in una dimensione sconosciuta e l’altra qui, nel nostro prossimo. La morale e le opere buone soddisfano il rapporto con l’Eterno solo in una dimensione. Nelle Scritture si afferma la superiorità dello spirituale sul materiale, quindi teoricamente il credente dovrebbe privilegiare la cittadinanza celeste a quella “terragnola” (permettimi di usare questo termine,mi fa impazzire).
La fede cresce nell’espletamento dell’attività nelle due dimensioni, quella spirituale/contemplativa e quella materiale nell’agire quotidiano/vocazionale. Bene hai fatto a ricordare questo punto.
5)ho il dubbio sul fatto che sia largamente diffusa,la convinzione addirittura, che la bibbia sia espressione di una riflessione/elaborazione di qualche personaggio senza un minimo di ispirazione divina. Dovresti puntualizzare perchè nonostante gli esempi controversi di fede in cui sono incappato non ho trovato ancora una cosa del genere.
6) anche qui, la mia esperienza è di credenti che pongono la ragione sullo stesso piano
della Parola, non superiore.
Questo atteggiamento lo si trova nell’umanesimo arminiano e nell’anglocattolicesimo. Ambedue queste piaghe a cui sono soggette diversi tipi di chiese, tendono al cattolicesimo e quindi a sottomettere la Parola alla interpretazione in modo pressocchè definitivo e comunque erroneo. La ragione è strumentale,ma pur sempre su-
bordinata alla Parola, che esprimendo qualcosa di sovrannaturale può essere inconoscibile e incompresibile dalla ragione/razionalità.
7) La rivelazione è progressiva e non si esaurisce perche Gesù è Dio nella Sua infinitezza e completezza. Probabile che chi crede che si possa andare oltre Gesù di Nazareth non ha capito quest’ultimo punto (l’alfa e l’omega) e che in qualche modo il canone sia aperto o ci sia qualcosa al di fuori del canone che può interessarlo in
senso religioso o soteriologico.
Un atteggiamento cattolico che nei soggetti sedicenti protestanti diventa il religiosismo del “Dio è amore, volemose bene”.
Perciò tutto va bene, sciamanesimo, buddismo,induismo e chi più ne ha più ne metta.
Bene è stato stigmatizzare questa questione.
Colgo l’occasione per gli auguri di buon inizio anno
Rosario Parisi