Templi chiusi per ferie

Riceviamo, con richiesta di anonimato “per evitare ritorsioni”, e pubblichiamo:

Parto. Ma sì, parto per le ferie. E quest’anno mi viene una idea. Un’idea di quelle che ti prendono improvvisamente prima del solleone, e forse lo preannunciano: perché non fare un giro del valdismo siciliano d’estate? Noi valdesi che, impegnati ogni minuto della nostra vita, pronti a dare addosso alle amministrazioni inadempienti che, approfittando della calura estiva, abdicano ancora di più (se possibile) al loro ruolo di promotori sociali e culturali. Noi, dicevo, sicuramente avremo previsto un programma intenso spettacolare che sappia cogliere la stagione estiva come un’opportunità di testimonianza che non va in vacanza.

E che dire poi del sempiterno “Essere chiesa insieme”? Mica sarà solamente un progetto rivolto ai profughi africani? Essere chiesa insieme anche con quella marea di turisti protestanti che, dal nord Europa, si riversa sempre più copioso nell’isola. E così, armato di indirizzario “Valli nostre”, come novella edizione Touring Club Italiano, mi avventuro per le strade e le vie siciliane.

Le realtà che, nel corso dell’anno, testimoniano la loro vitalità continuano pure a testimoniarla d’estate.

In genere, tuttavia, il “chiuso per ferie” è lo sconfortante messaggio che si legge tra le righe di ampollosi proclami affissi alle porte dei templi siciliani: “il pastore è in ferie, riprenderemo le attività il 5 settembre”, “il culto domenicale è sospeso fino al 31 agosto” (modo elegante per evitare di indicare che riprenderà solamente il 4 settembre), “le attività sono momentaneamente sospese: riprenderanno dopo la prima decade di settembre”, annuncio poetico e criptico. Il full-time valdese abbisogna di uno stop estivo. Il meritato riposo dopo un anno di mirabolante attività evangelistica, di testimonianza. O, più realisticamente, il burocratese “torno subito, chiuso per ferie”.

A testimonianza che, da un lato l’invecchiamento inesorabile delle nostre comunità richiede gli stop estivi per evitare che l’afa estiva si porti via gli ultimi scampoli di presenza ai culti, dall’altro il mezzogiorno valdese, la Sicilia valdese, semplicemente si nasconde dietro essenzialmente le attività di Palermo e Messina. Il resto latita, e latita abbondantemente. E, se per puro caso, si chiede conto di questa situazione (quando rispondono al telefono ed alle mail) la giustificazione è tanto candida, quanto disarmante: ma il pastore non c’è! Altro che chiesa sinodale, assembleare, etc… etc… Il “pastorcentrismo” delle nostre comunità è praticamente confermato dai fatti più che smentito dai proclami.

Finisce presto il mio viaggio per il valdismo meridionale, siciliano. E, mentre converso in un caffè con alcuni luterani tedeschi, alla domanda del perché della chiusura estiva, non posso che rispondere anch’io: ma il pastore non c’è!

Anonimo Valdese

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