Per quanto importanti siano “I cinque Sola” della Riforma, il conflitto su ciò che sia da considerarsi vero e falso, giusto e sbagliato, nel culto che a Dio è dovuto era altrettanto importante.
La Confessione di Fede presbiteriana di Westminster, al cap. XXI, lo esprime in questo modo: “Il modo accettabile di rendere Culto al vero Dio … è stato istituito da Lui stesso e tanto definito dalla Sua volontà rivelata, che non Gli si può rendere Culto secondo le immaginazioni e le invenzioni umane, o i suggerimenti di Satana, sotto una qualsiasi rappresentazione visibile o in qualsiasi altro modo che non sia prescritto nelle Sacre Scritture” [2]
Potreste così domandarvi perché coloro che avevano scritto la Confessione di Fede di Westminster vi includono questo articolo. Qual era la loro legittimazione biblica?
Considerate il giudizio dei figli di Aaronne che si trova in Levitico 10, dal versetto 1 al 3:
“Nadab e Abiu, figli d’Aaronne, presero ciascuno il suo turibolo, vi misero dentro del fuoco, vi posero sopra dell’incenso, e offrirono davanti al SIGNORE del fuoco estraneo, diverso da ciò che egli aveva loro ordinato. Allora un fuoco uscì dalla presenza del SIGNORE e li divorò; così morirono davanti al SIGNORE. Allora Mosè disse ad Aaronne: «Questo è quello di cui il SIGNORE ha parlato, quando ha detto: “Io sarò santificato per mezzo di quelli che mi stanno vicino e sarò glorificato in presenza di tutto il popolo”». Aaronne tacque”.
Vedete, Dio aveva comandato fuoco e il bruciare incenso, ma i figli di Aaronne vi avevano portato un certo tipo di fuoco e di incenso che Dio non aveva espressamente comandato, tanto che Egli lo chiama “del fuoco estraneo”.
Durante il periodo medievale il Cattolicesimo romano aveva aggiunto molte cose al culto di Dio: processioni, lettura della Bibbia in latino (lingua incomprensibile al popolo), la dottrina della transustanziazione, sacerdotalismo, sacramentalismo, statue, immagini, reliquie, cerimonie di ogni tipo ecc. ecc. Qual’era il problema che i Riformatori vedevano in tutto questo ed altro ancora? Nessuna di queste cose era convalidata dall’insegnamento biblico, per quanto cercassero disperatamente di distorcere le Scritture per giustificarlo. Il Cattolicesimo romano si atteneva alla credenza che tutto quello che le Scritture non condannano esplicitamente fosse permesso e in ogni caso i sofisti della gerarchia ecclesiastica si sbizzarrivano nel cercare di giustificare le pratiche più strane e diverse. I Riformatori vedevano in questo nient’altro che il modo per introdurre nel culto di Dio praticamente tutto quello che si riteneva fosse “utile”, anche pratiche decisamente riprovevoli. Nelle parole della Confessione di fede di Westminster: “Non Gli si può rendere Culto secondo le immaginazioni e le invenzioni umane, o i suggerimenti di Satana, sotto una qualsiasi rappresentazione visibile o in qualsiasi altro modo che non sia prescritto nelle Sacre Scritture” [3]
Sfortunatamente la maggior parte delle chiese – anche quelle che si dicono evangeliche – non ritengono che il principio del “Sola Scrittura” riguardi anche le loro pratiche cultuali e si ritengono autorizzate a fare tutto quello che credono opportuno o “utile”. Il culto è di Dio, ma “ci pensano loro” a suggerire a Dio che cosa Egli possa gradire e sia “rilevante”. Ironicamente, poi, hanno pure l’audacia di pregare per un risveglio? Un autentico risveglio, però, non potrà che sorgere da un sincero desiderio di ubbidire a tutto quello che Dio ci comanda di fare nella Sua Parola, anche nell’ambito del Culto. Dio abbia misericordia di tale cecità e presunzione.
Adattato da: “Papal Worship and the Protestant Reformation”, di Jerry Johnson, in Contra Mundum, 19 giugno 2013 [4]
- Capitolo 21 della Confessione di Fede di Westminster sul Culto [5]
- Istruzioni sul culto pubblico (1645) dai Canoni di Westminster [6]
- Direttive per il culto pubblico [7]
[2] http://riforma.info/wiki/index.php?title=Cfw/cfw21
[6] http://riforma.info/wiki/index.php?title=Cultowest
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