Pochi giorni dopo l’intervista di Lucio Malan a “Lo
Spiffero”, da noi segnalata, presso la sua abitazione è giunta una busta inviata il 4 settembre da Torino, senza mittente, contenente un foglio stampato con alcuni insulti, firmata “un gruppo di veri valdesi suoi compaesani”. Poiché la cosa riguarda questioni non legate al suo impegno politico, ma alla sua difesa della Confessione di fede valdese contro le degenerazioni della chiesa “valdese” istituzionale, ce l’ha fatta pervenire. Abbiamo deciso di pubblicarla sia pure cancellando le parole più truci contenute nel messaggio e di fare qualche domanda al nostro fratello Lucio.
Valdesi.eu: “Ti era già capitato di ricevere lettere di questo genere?”
Lucio Malan: ”Attraverso e-mail e social media qualche centinaio di volte, ma pochissime per lettera ‘tradizionale’, forse quattro o cinque volte in ventisette anni di attività politica pubblica. La prima volta era accaduta nel 1990 perché scrivevo articoli sul giornalino del Grup d’Assion Piemonteisa Val Pelis. Ma era sempre stato per motivi politici.”
V: “Oggi invece per motivi, diciamo, ecclesiastici”.
LM: “Credo che il problema sia di carattere psicologico, ma indubbiamente l’innesco viene dalle mie posizioni ‘scandalose’, che consistono nel prendere atto che ciò che si chiama Chiesa Valdese sostiene posizioni opposte alla sua Confessione di fede, alla propria storia, a ciò che sosteneva ancora quando ero bambino. In altre parole, oggi è diventato scandaloso in ambiente ‘valdese’ (mi raccomando le virgolette) prendere la Bibbia sul serio. I nostri antenati per prendere la Bibbia sul serio hanno affrontato discriminazioni, persecuzioni, guerre e morte. Quelli che si proclamano loro eredi, e materialmente lo sono, oggi emarginano chi tenta di essere coerente con il passato e ciò che loro stessi sottoscrivono al momento della consacrazione come pastori. E qualche testa vuota spende 95 centesimi di francobollo per scrivere insulti in proposito.”
V: “Ritieni gli anonimi insultatori rappresentativi della dirigenza valdese?”
LM: “No, perché la dirigenza di solito nega e nasconde l’esistenza di un dissenso interno. Dunque non lo insulta. Il problema infatti non sono ovviamente io, ma il dissenso valdese in generale. Ecco, la lettera anonima equivale all’unico momento in cui hanno ammesso l’esistenza del dissenso, cioè quando nel Sinodo 2011 fu approvato un ordine del giorno che condannava valdesi.eu in base ad accuse false e con un atteggiamento autoritario e prepotente. Anche peggio degli insulti da postribolo dell’anonimo che mi ha scritto.” Si riferisce a quanto da noi riportato ampiamente, ad esempio qui.
V: “Certo che sei stato pesantino nell’intervista allo Spiffero. Hai detto che non ritieni ingiustificata la parola ‘apostati’ verso i valdesi ‘ufficiali’!”
LM: “Per la precisione ho detto che io non userei il termine, ma non mi sentirei di dare torto in senso tecnico a chi lo usasse. A tale proposito, voglio precisare un concetto non chiaro nell’intervista: dico che oggi, per la Chiesa Valdese ufficiale (come per tante altre confessioni) la Bibbia non è più un fondamento, ma un bersaglio, cioè un oggetto di attacchi di ogni genere. E in ciò consiste l’allontanamento dai fondamenti della fede, che tecnicamente può definirsi apostasia. Cos’altro è mettere in dubbio l’autenticità, la datazione, l’attendibilità della Bibbia? Anzi, non mettere in dubbio, ma affermare con tracotanza di saperne più di tutti i suoi autori materiali. La Bibbia come bersaglio di una ‘hybris’, superbia, e la superbia è molto pericolosa. Basterebbe leggere la Bibbia per saperlo.”
V: “Cosa si sente di dire agli anonimi, o all’anonimo della lettera?”
LM: “Che sono squallidi e vigliacchi, come il loro linguaggio. Anche perché le mie lettere possono essere aperte dai miei familiari. Non ho nulla da nascondere e ricevo tanta posta. Tuttavia è anche palese che costoro sono disperatamente insicuri delle proprie idee. Altrimenti potrebbero benissimo scrivere, anche anonimamente se vogliono, a valdesi.eu che – mi risulta – pubblica tutte le opinioni. Potrebbero spiegare cosa c’è di sbagliato nelle mie affermazioni. Potevano anche scriverlo nella lettera anonima. Invece, l’unico argomento, a parte l’insulto, a parte l’accenno malevolo e qualunquista al mio ruolo politico, è che io ‘faccio loro vergogna’ e li offendo. Lo stesso argomento degli estremisti islamici, per i quali se uno distribuisce bibbie ‘li offende’. È l’argomento dell’intolleranza e del totalitarismo ideologico. Spero che la disperazione che esprimono possa far loro capire che l’unico che dà speranza e vita è il Gesù Cristo della Bibbia. Avendolo abbandonato e sostituito con un Cristo di loro invenzione, che dice ciò che vogliono loro e non ciò ha davvero detto, non hanno più riferimenti. Questo potrebbe essere un punto di partenza per ritrovarlo. Bisogna pregare per questo.”
V: “Condivido! Che dice dell’accusa di parlare male dei valdesi?”
LM: “Non potrei mai parlare male dei valdesi: vorrebbe dire parlare male di ciò in cui credo, dei miei genitori, dei miei nonni, di ciò in cui hanno creduto loro e i tanti che li hanno preceduti nella fede. E non parlo male di chi crede in cose diverse. Ma chi non condivide la confessione di fede valdese non può essere valdese, potrà essere forse discendente di valdesi, magari membro della chiesa valdese, ma non può pretendere di essere come chi per quel credo ha affrontato qualunque ostacolo. Uno si può iscrivere al club dei vegetariani e magari anche diventarne presidente, ma se mangia bistecche, prosciutto e cotechini non è vegetariano.”
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