Dopo l’articolo redazionale “Per un pastore Valdese è “ineccepibile” che Gesù o credesse alle menzogne” e il commento di Alessio Rando, “Come possono continuare a fare i pastori“, ecco l’intervento del pastore Paolo E. Castellina che – con la consueta profondità – giunge al cuore della questione.
“Possono” essere pastori, come ne ho incontrati tanti, perché, di fatto, interpretano il cristianesimo come una tappa, un ramo (utile per noi) dell’evoluzione filosofica, religiosa e culturale dell’umanità verso il mondo “adulto”, privo di religione (senza più “miti religiosi”, “senza più né paradisi né inferni”, dove l’essere umano confida in sé stesso e nelle proprie “migliori risorse” per gestire al meglio la propria vita personale e collettiva, costruendo i propri principi etici su “diritti”, “bene comune”, ecc. guidati dalla scienza… E’ “l’ideale” dell’illuminismo, della massoneria, dell’ONU, dell’umanismo religioso. “Che bello”, si direbbe… Lo sognavano i filosofi ed i teologi tedeschi (a cui bevono a piene mani), lo sognava Bonhoeffer quando, “precorrendo i tempi” parlava in positivo del “cristianesimo secolarizzato”, seguito da Harvey Cox ed altri. E’ il mondo dove “tutte le religioni” si danno “ecumenicamente” la mano e collaborano per edificare l’umanità …di Star Trek o quella cantata da John Lennon in “Imagine”, superando i propri “settarismi” e reinterpretando i propri “miti” secondo i principi dell’umanismo. Sì, “che bello…”, direbbero tanti (che non hanno mai conosciuto un’autentica conversione al Cristo delle Scritture). E’ logico che di fronte a tutti questi “grandi ideali” noi saremmo solo dei reazionari, degli antidiluviani, ostinati sostenitori di idee superate e che andrebbero “reinterpretate”… Solo che il mondo che loro sognano sono le chimere, le illusioni, di un mondo senza più déi dove l’essere umano è Dio e legge a sé stesso. Non è né più né meno che l’antico inganno di Satana, “sarete come Dio”. Se ci pensate bene, tutte le loro idee (non importa con quale nome, teologo o filosofo le definiscono) sono espressione solo del grande antico inganno del passato, riciclate e reimbellettate in ogni nuova generazione. Per noi è “roba già vista e sentita”, per loro (ingannati) sono “l’ultima novità”, “l’apice dell’evoluzione”. I loro non solo sono inganni, ma anche fallimenti, come il fallimento degli ideali socialisti e comunisti che un tempo abbracciavano. Di fronte a quei fallimenti e al fallimento costante dell’umanesimo ottimista oggi, frustrati non sanno più dove aggrapparsi solo per essere l’inevitabile vittima di nuove tirannie (magari quella islamica). Poveretti, poveri illusi, ingannati e autoingannati, che brancolano nel buio delle loro filosofie, aspettando che qualche nuovo filosofo o scienziato li salvi con qualche altra “nuova idea”: “Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo” (Colossesi 2:8).
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