La cultura della morte non prevarrà

25 Giugno 2022 Paolo Castellina 0

La cultura della morte (che si ritiene progressista) non sopporta la difesa della vita e del diritto alla vita (che non può essere sconfitta). Gli pseudoprogressisti non prevarranno. Non molliamo. A proposito, le categorie di “destra” e “sinistra” sono ormai del tutto prive di significato. Certe battaglie, come la difesa della vita, sono condivise da persone di ogni tendenza.

Il potere non sopporta chi la pensa diversamente (in ogni contesto)

12 Giugno 2022 Paolo Castellina 0

La vicenda della lista di proscrizione pubblicata dal “Corriere della sera” si tinge di giallo con un continuo scaricabarile tra i protagonisti di questa storia. Dietro questa ignobile pagina del giornalismo italiano assistiamo all’apice di un processo di criminalizzazione del dissenso che dura da anni e che sta avvelenando la verità. L’obiettivo del potere è infatti silenziare il pensiero divergente e cancellare qualunque forma di dissenso: i pensieri dei cittadini (compresi intellettuali, politici e giornalisti) devono allinearsi e omologarsi alla narrazione del pensiero unico. In che misura questo trova paralleli nelle chiese?

Continuano a colpirla, ma…

11 Giugno 2022 Paolo Castellina 0

Uno dei motti della Riforma calvinista: “Più si divertono a colpirmi, tanti più martelli dovranno usare”. Sono però i martelli ad infrangersi, non l’incudine. A tutt’oggi non hanno ancora smesso di colpirla. Chi si infrangerà prima?

Giovanni Diodati: teologo riformato italiano (1576-1649)

3 Giugno 2022 Paolo Castellina 0

“A Venezia egli desiderava diffondere fra il popolo la verità dell’Evangelo e la parola del Signore. In Francia egli cercava aiuto e soccorso contro il nemico del suo paese, che cercava di far tornare Ginevra sotto il suo giogo d’errore e di ignoranza. In Olanda egli difendeva il Calvinismo conttro la teologia venefica che silenziosamente minava le fondamenta della Chiesa di Cristo. A Ginevra, come cittadino, non lasciava che mai fosse influenzato da considerazioni personali, e come Consigliere e giudice ecclesiastico, non aveva mai sacrificato le sue profonde convinzioni alla pubblica opinione. Non temeva mai di dire la verità dal pulpito, e non temeva quelli che erano in alta posizione, che erano abituati ad essere lodati da leccapiedi. Davanti ai magistrati della Repubblica, non era mai venuto meno di uno iota alle sue convinzioni. Fino agli ultimi istanti della sua vita egli era come una roccia, sotto la quale le acque scorrono senza posa, ma essa rimane immutabile” (Maria Betts).